Miano: problemi di sviluppo di un comune del Napoletano b) quello dei lavoratori « intellettuali » in posizione « dipendente », estremamente varia nel suo interno, che grossolanamente potrebbe coincidere con la « piccola borghesia »; e) quello dei lavoratori « manuali » indipendenti, a sua volta disaggrega bili in due « sub-strati »: quello costituito da coloro che hanno già conseguita una sufficiente autonomia economica o che, come tali, sono percepiti dagli altri e che, sia pure con una certa difficoltà, non esiteremmo ad includere nella « fascia inferiore » della « piccola borghesia » o, se si vuole, nella « élite » della classe operaia e quello, invece, rappresentato dalla maggioranza degli appartenenti a questo « terzo strato » che vive più drammaticamente il conflitto di non identificazione con i propri simili; d) quello dei lavoratori « manuali dipendenti », che alcuni sarebbero portati ad identificare automaticamente con il « proletariato », ma che pur esso presenta un notevole grado di eterogeneità nel suo interno; e) quello, infine, della gran massa dei « disoccupati », degli « occupati stagionali », degli « occupati precari » e dei « sottoccupati », che potrebbero rappresentare, in senso lato, il « sottoproletariato ». A questi andrebbero aggiunti, ovviamente, gli « strati » relativi ad altre categorie sociali non prese in considerazione (quali, per esempio, i pensionati, le casalinghe « capo-famiglia », ecc.). Gli strati prima indicati rispondono - come è facilmente intuibile - ad una schematizzazione teorica e tendenzialmente obiettiva della stratificazione sociale del « quartiere »; ma non vi è alcun dubbio che essi potrebbero apparire in modo totalmente diverso ove si dovesse tenere nel giusto conto anche il lato soggettivo di una tale attribuzione: soggettivo sia per quanto riguarda la posizione del ricercatore, ma, anche e soprattutto, per ciò che concerne l'atteggiamento dei singoli. Non vi è dubbio, infatti, che una cosa è decidere l'assegnazione a questo od a quello « strato » in base al possesso o meno di alcuni requisiti oggettivi (titolo di studio, grado di attività, posizione professionale, responsabilità attribuite, ruoli occupazionali e sociali esplicati, reddito, « standards » di vita, usi ed abitudini, ecc.) ed altra sarebbe il poter operare anche sulla base di altre « variabili » ( « status-symbols », · pregiudizi ed aspirazioni, reazioni a specifici stimoli, ecc.). Così, per ese1npio, non vi è chi non riconosca che, in molti casi, i commercianti possono ritenersi - e da membri di altri « strati» può accadere anche che siano ritenuti - appartenenti, ipoteticamente, alla « piccola borghesia», mentre, poi, alla luce di un'approfondita analisi 77
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