Nord e Sud - anno XX - n. 161 - maggio 1973

Miano: problemi di sviluppo di un comune del Napoletano di riferire sugli attuali livelli di occupazione e sulle relative prospettive future; a noi non resta da fare altro che, sulla scorta delle informazioni assunte, tentare di proporre una nostra « chiave interpretativa » di questa realtà. È opportuno, però, precisare che in questo tentativo non saranno tanto i dati ad avere un certo valore ed un qualche significato - ammesso che questi concetti possano essere adatti per dati provvisori ed imprecisi -, quanto, piuttosto, la « diagnosi » che da essi si cercherà di trarre. Vogliamo, cioè, dire che, al limite, i dati da noi forniti potrebbero anche risultare non del tutto coincidenti con la realtà - il che, però, dovrebbe essere adeguatamente dimostrato e confortato da altrettanti dati di più sicura ed accertata fonte -, ma, quel che maggiormente ci sta a cuore, non sarebbe ancora sufficiente ad inficiare la validità del « profilo » proposto. Del resto - come si è già avuto occasione di dire - ci si attende che proprio dalla discussione possano essere ricavati gli elementi utili per una sua maggiore e più precisa « messa a fuoco ». Ciò premesso, riteniamo di poter ipotizzare la seguente « struttura » socio-professionale del « quartiere » dalla quale, in seguito, evincere alcuni aspetti più salienti, meritevoli di ulteriore esame. Innanzitutto va detto che, allo stato attuale, abbiamo preferito limitarci a considerare i seguenti aspetti: rapporto tra popolazione attiva ed inattiva sul complesso; incidenza degli occupati - sia nel quartiere che all'esterno di esso - sugli « attivi »; popolazione attiva per settori e rami di attività economica; popolazione attiva per posizione nel settore e, infine, per « tipo di lavoro » effettuato. Alla fine del 1971, l'incidenza della popolazione attiva sul complesso è stata stimata pari a circa il 23.5%, avendosi, così, un rapporto di circa 3.25 « inattivi » per ogni « attivo »: il che ci sembra sia già, di per sé stesso, un aspetto di estremo interesse, anche a confronto con la corrispondente situazione di altri quartieri e della stessa media napoletana, che - è quasi inutile ripeterlo - non è, certo, molto brillante. Il « tasso di disoccupazione » dovrebbe agirarsi intorno al 10.7% dell'intera popolazione e, quindi, ammontare a circa il 45.5% del totale degli « attivi »; qualora, però, vi si volessero aggiungere i « sottoccupati » · (ivi compresi gli « occupati stagionali ») quèste cifre sarebbero condannate ad un incremento più che sensibile. Solo un terzo circa dell'occupazione avviene all'interno del quartiere, essendo· stata stimata pari al 62.5% quella in attività esterne ad esso. 73

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