Nord e Sud - anno XX - n. 161 - maggio 1973

Autori vari La localizzazione, in esso, dello stabilimento della Peroni ha indubbiamento rappresentato un fatto rilevante ai fini di una potenziale stabilizzazione delle forze di lavoro e, quindi, di una positiva evoluzione della « mobilità verticale » - passaggio da uno strato inferiore della piramide sociale a quello superiore - della sua popolazione con un progressivo assorbimento, da parte di stabili attività nel settore secondario, di quelle unità della popolazione attiva prima dedite al settore primario (agricoltura) o ad attività precarie. I fenomeni di « terziarizzazione», invece, non sempre possono essere interpretati, in assoluto, in senso positivo, in quanto, molto spesso, si tratta di attività terziarie altrettanto precarie, utilizzate frequentemente come « soluzione di ripiego » per una mancata possibilità di impiego nel settore secondario. A fianco di questo stabilimento le piccole industrie del settore conciario e delle pelli - guanti e calzature - esercitano un'attività che, per certi aspetti, può essere definita come artigianale poiché conservano quel particolare rapporto tra datore di lavoro e lavoratori, che caratterizza questo specifico settore dell'attività produttiva: in tal modo esse accentuano la discrepanza, ormai nettissima, esistente tra grande e piccola industria. 3. Il quartiere di Miano, sia pure per comodità di analisi, potrebbe essere considerato come l'insieme di più « rioni » o « sub-quartieri », per ciascuno dei quali, naturalmente, andrebbe impostato un discorso a parte. Non vi è, infatti, chi non nconosca che ogni entità globale - nel nostro caso il « quartiere » - altro non è se non la sommatoria di tutto un insieme di « parti » - qui i « rioni » -, quasi come tessere di un unico mosaico la cui lettura si rende indispensabile per un'aderente e completa lettura del tutto. D'altra parte, sul piano sociologico, andrebbe, inizialmente, tentata una prima risposta ad un quesito di fondo: qual'è l'unità-base di questo microcosmo socio-economico? Il quartiere o, invece, i rioni? E, nel caso si dovesse propendere per una risposta affermativa nei confronti dei « rioni », ci si dovrebbe chiedere se, eventualmente, non dovessero considerarsi anche questi come il risultato di un'aggregazione a monte di altri elementi-base (p. es. il « vicinato », il « quadrante », un complesso urbanistico o - al limite - una sezione stradale e, perfino, un « isolato»). Allo stato attuale delle nostre conoscenze non ci sentiremmo di poter escludere « a priori » l'opportunità di procedere a progressive e più dettagliate disaggregazioni del « quartiere»; ma, contemporaneamente, 70

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