Nord e Sud - anno XX - n. 161 - maggio 1973

Editoriale tanto irresponsabile nelle sue motivazioni corporativistiche. Comunque sia, i-sindacati autonomi dei « colletti bianchi» assumono cornportamenti che espongono i « colletti blu » al deprezzan1ento delle loro retribuzioni e anche al pericolo di una disoccupazione dalla quale i « colletti bianchi » sono protetti. Non solo: i sindacati autonomi hanno un potere di interdizione nei confronti della programmazione, anche quando questa fosse concordata, come la si vuole concordare, tra forze politiche, organizzazioni imprenditoriali, confederazioni sindacali. Infatti, come dice La Malfa, una volta esaminate e decise le linee di politica econornica da seguire per cogliere gli obiettivi della programmazione, queste linee dovrebbero essere vincolanti « non soltanto per il governo, ma anche per i sindacati, le organizzazioni imprenditoriali e le forze politiche ». Quindi, se i sindacati autonomi volessero imporre le loro rivendicazioni settoriali come « variabili indipendenti», ricadremmo nella « falsa programmazione » degli anni scorsi; e piomberemmo più che mai fra le conseguenze negative, econon1iche e politiche, delle « tradizioni sindacali molto radicate » che le confederazioni sindacali, come ha detto Ravenna, sentono di dover criticamente sradicare proprio per evitare tali conseguenze negative. A questo punto è necessario che la logica delle categorie sia ricondotta alla logica della programmazione; e che perciò siano rapidamente fissate, tra forze politiche e forze sindacali, le condizioni di un accordo che con1porti le riforme concepite in senso meridionalistico e in pari tempo una rigorosa autodisciplina degli scioperi, specialmente nel settore del pubblico impiego, onde i lavoratori dei settori direttamente produttivi non abbiano a subirne ulteriori danni, diretti e indiretti. E se i sindacati autonomi, a protezione corporativa di lavoratori che non rischiano di perdere il posto di lavoro, volessero chia,narsi fuori da questo accordo, si assunierebbero un'assai grave responsabilità e provocherebbero essi, di fronte a mali estremi, il ricorso a rùnedi estre1ni: da concordarsi comunque tra forze politiche e rappresentanze sindacali dei lavoratori operanti nei settori direttamente produttivi. In altri termini, se, come ci si augura, si elabora una « proposta globale » di progra,nmazione ed i sindacati autonomi « non ci stanno », si dovranno necessarianiente elaborare alcune norme, « in sede legislativa o n1eno », per far sì che la « proposta globale », condivisa dalle confederazioni sindacali, abbia « valore effettivo e generale »; non possa, cioè, essere compro1nessa dalla logica corporativa dei sinda_cati autonomi. 5

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