Nord e Sud - anno XX - n. 161 - maggio 1973

Tarcisio Amato rivelò ai figli del Lavoro, al quarto stato, com'oggi dicono, diritti, doveri e coscienza di forza a un tempo. E oggi si tratta di tradurre in fatto un principio teoricamente accettato. La progressione è visibilmente continua. e addita maturi i tempi perché il problema si sciolga ». Non si deve in effetti dimenticare che ideale regolativo per Mazzini rimase sempre la sua concezione di popolo; del popolo cioè inteso come al di fuori e al di sopra delle classi, costituente insomma un'unità omogenea, siccome in realtà è tendenzialmente avvenuto, al di là della disparità di fortune, nelle esperienze più grandi e significative della moderna democrazia (il popolo, ad esempio, negli Stati Uniti è « il più potente fattore di coesione sociale », per usare un'efficace espressione di Nicola Matteucci). Democrazia moderna, vorremmo subito aggiungere, che Mazzini, non troppo sensibile come è noto a tematiche istituzionali, riuscì tuttavia a individuare precisamente come modello politico del tutto nuovo là dove, distinguendola da irrecuperabili esperienze apparentemente analoghe di età trapassate, precisa che fra queste ultime e « la moderna democrazia rappresentativa, nella quale gli eletti del popolo siedono interpreti di un Patto supremo, non esiste la menoma analogia». Il che vuol dire, senza forzatura alcuna, che la democrazia deve essere pensata, fuori da suggestioni rousseauiane, in termini costituzionalistici, sì da essere verace e ben articolata repubblica moderna: un potere legittimo insomma che è fonte a sua volta di autentica e mazzinianamente indispensabile autorità. E finalmente, volendo a questo punto concludere, possiamo ormai aggiungere che il pensiero di Mazzini, a parte 'l'attualità o l'attuabilità di questa o quella indicazione particolare, ancorato al principio che l'uguaglianza « in ultima analisi non è che la libertà di tutti », che la libertà a sua volta non debba intendersi come « solitaria libertà » immeschinita in un mero « ordinamento difensivo», ma sostanzialmente come Jibertà liberatrice, nella proposta di un modello di società fondata sul lavoro e non sul privilegio, sull'associazione e non sull'egoismo, ha avuto nel suo complesso un'inaspettata riconsacrazione con l'espansione del movimento cooperativo e con istituti corne l'azionariato operaio, ma « soprattutto con i limiti che ii socialismo occidentale ha sentito di doversi porre, per restare sul terreno della libertà, in materia di collettivismo e di gradualità delle riforme» (G. Galasso). Per quanto riguarda in ultimo le vicende storico-politiche del nostro paese, non ci sembra improprio in questa conclusione rammentare che il verbo di Mazzini, implicando una concezione dello Stato radicato in un più profondo e immediato rapporto con la Nazione, ha alimentato quell'esigenza di una più larga base popolare della vita pubblica, di 58

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