SAGGI • • • Il filo del mazz1n1anes1mo di Tarcisio Amato •~ La scomparsa di Mazzini, il 10 marzo 1872, venne a cadere sugli inizi di una fase della storia europea che sembrò segnare un definitivo tramonto, un tramonto che in prospettiva invece appare essere stato per alcuni versi una temporanea ecclisse, dei più profondi ideali dell'Apostolo. La poderosa sintesi dottrinaria etico-politica mazziniana - una discutibile ma vasta concezione del mondo e della vita, in1plicante un sistema economico-sociale che fu alla base di un partito e trascinò non pochi seguaci, il punto di riferimento essenziale della nostra democrazia risorgimentale, secondo l'accettabile giudizio del marxista Giuseppe Berti in polemica postuma col liberale Croce -, quella sintesi dunque che al di là delle sue mistiche caligini seppe avvertire a filtrare nell'arco di un quarantennio ogni sollecitazione del ten1po storico in cui sorse e si consolidò, alimentando il suo nucleo centrale in una polemica infaticabile contro sfide di destra e di sinistra lanciate da temibili avversari, e ancor più dal corso degli eventi, aveva in effetti il suo coronamento in una visione palingenetica della società europea, riorganizzata sulle ceneri del vecchio mondo dinastico-patrimoniale in base al principio democratico della rivoluzionaria autodeterminazione nazionale. Il necessario « riordinamento delle nazionalità » appariva al Mazzini come « riparazione a grandi ingiustizie, conseguenza di un concetto filosofico-storico, sostituzione del principio della volontà popolare al fatto della conquista feudale-monarchica, applicazione logica della nostra fede nella libertà ». Ma è altresì vero che se Mazzini, sulla scia del pensiero storicistico-ro-. mantico, cui conferì un afflato profondamente democratico (troncan- * Questo articolo ricalca il testo dell'intervento pronunciato a Lecce il 5 aprile 1973, presso l'Università degli Studi, nel corso di un dibattito organizzato dalla S.F.I. (Società Filosofica Italiana). · 51
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