Nord e Sud - anno XX - n. 161 - maggio 1973

Autori vari di politica economica di più lungo periodo. Diverse circostanze fanno ritenere per l'appunto che la manovra monetaria delle autorità italiane vada inquadrata in un orizzonte econo1nico che va al di là dell'esigenza immediata di consolidare la bilancia dei pagamenti: non ultimo il fatto che la fluttuazione della lira, mentre è stata presentata come un provvedimento di emergenza preso in connessione con la seconda svalutazione del dollaro, in realtà era, come si è visto, un provvedimento preparato da tempo e larvatamente prospettato dalle autorità monetarie da almeno otto mesi. Vale quindi la pena di chiedersi in quale orientamento di politica economica la fluttuazione della lira vada inserita. Un esame anche frettoloso dei dati mostra immediatamente che la fluttuazione è servita in realtà a realizzare una svalutazione della lira. La svalutazione si è verificata in tre tempi distinti. A partire dal 22 gennaio (data di istituzione del doppio mercato), la lira si è svalutata sul mercato finanziario di un ammontare pari circa al 5%. Un secondo round di svalutazione ha avuto luogo a partire dal 14 marzo, quando, dopo la svalutazione del dollaro, la lira è stata dichiarata fluttuante. Da questo momento, lo scarto tra quotazione commerciale e quotazione finanziaria si è ovviamente ridotto; i due corsi si sono stabilizzati, e il tasso di svalutazione è salito al 79/o circa. Il round è iniziato con la riapertura delle valute europee (esclusa lira e sterlina) rispetto al dollaro. Da allora, la svalutazione della lira è ulteriormente cresciuta ed ora ha superato il 10-12%. L'entità della svalutazione è stata diversa nei confronti delle singole valute. Essa ha raggiunto il 17% rispetto al ·franco svizzero, il 13-14% rispetto al marco e al franco francese, appena il 5-6 % rispetto alla sterlina, mentre il can1bio del dollaro è rimasto praticamente immutato. Si può quindi dire che in tutta la vicenda, la lira è rimasta agganciata al dollaro. Nell'annunciare la decisione di lasciar fluttuare il corso della lira, il Ministro Malagodi dichiarò che questo provvedimento era necessario per stabilire una nuova parità corretta, cosa che nessun calcolo astratto avrebbe consentito di fare. Solo il mercato, con i suoi meccanismi automatici avrebbe saputo calcolare il corso di equilibrio delle valute estere. A parte il fatto che è assai dubbio che il corso dei cambi sia stato davvero lasciato in balia delle forze spontanee del mercato, senza alcun controllo da parte delle autorità, il vero problema non consiste tanto nell'individuare una parità corretta, quanto nell'individuare una parità cha possa essere mantenuta nel corso del tempo. Gli intenti delle autorità monetarie italiane quando esse hanno optato per un corso fluttuante, possono essere stati tre: a) rendere dav48

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