Editoriale Nei giorni scorsi, Leo Valiani ha ricordato una lettera scritta da Matteotti a Turati nel 1923. È la stessa lettera che noi ricordavamo nel n1.aggio scorso e nella quale Matteotti afferma che il fascismo poteva avere buon gioco « perché il movimento operaio si era screditato con l'eccesso degli scioperi che aveva promosso specialmente nei servizi pubblici »; e ricordavamo altresì che proprio il destinatario di quella lettera, Filippo Turati, aveva detto fin dal 1910 che « l'orgia» degli scioperi generali riattizza « le sopite velleità reazionarie ». Se Matteotti esprinieva a Turati nel 1923 la preoccupazione per il dilagare degli scioperi nei servizi pubblici e per lo sbandai-nento a destra della pubblica opinione in conseguenza dei disagi provocati fra gli utenti da quegli scioperi, non c'è da stupirsi che oggi le coscienze democratiche più vigilanti esprimano la stessa preoccupazione. Tutti sappiamo, infatti, come allora andò a finire e quanto abbiamo pagato gli « errori di massimalis.'mo » che furono commessi da quanti non seppero avvertire il peso di preoccupazioni come quelle che avevano avvertito Matteotti e Turati. E tutti ci rendiamo conto oggi che « l'eccesso degli scioperi, specialmente nPi pubblici servizi », provoca reazioni non meno allarmanti di quelle che avevano indotto Matteotti a scrivere nel 1923 la sua lettera a Turati. Se ne rendono conto, per la ·verità, anche le confederazioni sindacali. Nella recente riunione del direttivo della federazione unitaria, Lama ha presentato una « relazione-docurnento » nella quale si afferma perentoriamente: « siamo contrari agli scioperi' improvvisi, non preparati, non propagandati; siamo contrari ag'li scioperi ad oltranza o a quelli a tempo indeterminato che sostanzialmente si tramutano in scioperi ad oltranza, in particolare nei servizi pubblici, statali.. ospedalieri o di altre categorie ». Ed è vero che, come ha osservato Sergio Devecchi, su « La Stan1pa », non mancano i segni di una « disponibilità all'autoregolamentazione » da parte degli stati nzaggiori sindacali. Intanto non si sente più vaneggiare di salario come « variabile indipendente»; e si sente parlare invece di « gestione politica » della contrattazione aziendale da parte d'el sindacato: come a voler dire che, dopo aver opposto un reciso rifiuto alle richieste della Federmeccanica per una regolamentazione della contrattazione articolata, i sindacati garantiscono di volerla autoregolamentare, onde rion abbia a provocare dopo il contratto del '72 danni paragonabili a quelli che ha provocati dopo il contratto del '69. D'altra parte, 3
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