Argonzenti europei si trovano in concorrenza. In questo gioco a molte dimensioni, le battaglie monetarie sono evidentemente tempeste di superficie. La lira dai cambi rigidi ai cambi fluttuanti. La vicenda che ha condotto alla fluttuazione della lira ebbe un inizio silenzioso nel giugno del 1972, ed una conclusione clamorosa nel febbraio del 1973. L'inizio della storia può essere fissato al 23 giugno 1972, quando la Gran Bretagna decise di rendere fluttuante la sterlina, sganciandola dalla parità ufficiale. In quella occasione, l'Italia ne prese spunto per attirare l'attenzione sulla situazione di malessere nella quale si trovava la lira, a causa delle fughe di capitali che erano riprese con rinnovata intensità. Nel corso dei colloqui tenutisi a Lussemburgo, le autorità monetarie italiane chiesero, a quanto pare, dl sganciarsi dalla regola comunitaria e di svalutare la lira, anche nell'intento di favorire una ripresa delle esportazioni. La svalutazione ufficiale della lira venne negata, e l'Italia ottenne solo una deroga parziale agli accordi dell'aprile precedente: e cioè l'autorizzazione a effettuare interventi di sostegno usando dollari anziché valute comunitarie o oro. In apparenza, la richiesta risultava più che giustificata, dal momento che l'Italia avrebbe dovuto vendere oro al prezzo ufficiale di 35 dollari l'oncia, quando nel mercato libero il prezzo era per lo meno doppio. In sostanza, i paesi comunitari, si impegnavano ad acquistare i dollari che l'Italia avrebbe venduto, il che rappresentava un ulteriore, anche se limitato sostegno offerto al corso del dollaro. Le trattative di Lussemburgo ebbero luogo proprio nei giorni in cui il nuovo governo presieduto da Andreotti entrava in carica. Nessun rappresentante del governo italiano poté quindi parteciparvi personalmente. Il nuovo ministro del Tesoro, Malagodi, prese possesso della sua carica il 26 giugno. Quattro giorni dopo, venne preso il primo provvedimento per la svalutazione della lira. Ufficialmente, il governo italiano si limitò a stabilire che, a partire dal 30 giugno, sarebbero stati sospesi i così detti accrediti in conto lire estero. Fino a quel momento, era stato possibile versare nei conti lire estero anche i biglietti provenienti direttamente dall'estero, la maggior parte dei quali era notoriamente oggetto di esportazione clandestina. Per questo canale, l'esportazione di capitali era assai facile: bastava far passare lq. frontiera ad un congruo ammontare di biglietti di banca, e poi ripresentarli per la conversione, per ottenere un accredito che, in quanto proveniente dall'·estero, dava la possibilità di acquistare valuta 4.5
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