Autori vari nel mercato delle valute. Infatti da quando si sono formate ingenti riserve di liquidità internazionale privata, e da quando il dollaro non è più considerata la valuta più solida fra quelle del mon.do occidentale, il mercato valutario è divenuto un mercato esasperatamente speculativo. È sufficiente che si diffonda la notizia che una valuta tende ad indebolirsi o che un'altra potrà essere rivalutata, per scatenare ondate di vendite e di acquisti, alle quali, almeno in apparenza, le banche centrali restano totalmente estranee. Il fatto che tali ondate speculative siano del tutto spontanee e che le autorità monetarie le subiscano come eventi ogni volta inattesi è stato più volte messo in dubbio. È certo d'altro canto che, anche se le banche centrali dovessero in qualche modo essere al corrente dei grandi movimenti speculativi, è proprio l'esistenza di cospicue riserve private che consente alla speculazione di realizzarsi senza che le banche centrali compaiano apertamente sulla scena. Gli eventi più critici nel sistema dei pagamenti internazionali ebbero inizio con il 1968. In quell'anno, gli Stati Uniti realizzarono le prime serie difficoltà nel tenere costantemente in deficit la propria bilancia dei pagamenti: non perché le banche centrali degli altri paesi chiedessero la conversione dei dollari detenuti, né perché vi fossero tendenze particolarmente accentuate a vendere dollari contro altre valute, ma a causa dell'operare di un meccanismo più indiretto. I detentori di dollari, specie privati, pur non richiedendo la conversione diretta dei dollari in oro, utilizzavano la liquidità disponibile per acquistare oro sul libero mercato. Poiché gli Stati Uniti avevano dichiarato in linea di principio il dollaro convertibile in oro al prezzo di 35 dollari l'oncia, essi erano impegnati a difendere tale prezzo. Di fronte ad una domanda di oro crescente, la difesa del prezzo implicava vendite sempre maggiori di oro, e quindi la riduzione progressiva della riserva aurea. Così, senza che alcuno richiedesse direttamente la conversione, gli Stati Uniti erano costretti a cedere oro per difendere la parità ufficiale del dollaro. Fu proprio nel 1968 che, di fronte alla caduta sempre maggiore delle riserve auree, gli Stati Uniti chiesero ed ottennero l'istituzione di un doppio mercato dell'oro. Si convenne che il prezzo di 35 dollari l'oncia sarebbe stato applicato solo alle compravendite di oro effettuate tra banche centrali. Le compravendite tra privati sarebbero avvenute ad un prezzo libero, fissato dalla domanda e dall'offerta. In tal modo, la riserva aurea degli Stati Uniti risultava protetta. Infatti, i privati non avevano più alcun vantaggio immediato a comprare oro, dal momento che il prezzo sul mercato libero era rapidamente cresciuto; le banche centrali dal canto loro, si attenevano al tacito accordo di non richie40
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