Nord e Sud - anno XX - n. 161 - maggio 1973

Giornale a più voci cano nei costi crescenti delle aree d'insediamento industriale, delle abitazioni, dei servizi, e così via. Weber, dunque, per primo previde gli effetti negativi provocati dalle troppo spinte concentrazioni industriali, anche se allora non poteva prevedere che le forze deglomerative potessero venir contrastate e in qualche modo risospinte dalle forze d'inerzia, tendenti a far ripetere le localizzazionì nello stesso luogo. L'analisi di mercato che mancava in Weber è fornita dalla teoria di Losch sulle regioni economiche. Questa tratta dapprin1a situazioni semplici (1nercati, reti di mercati), poi situazioni più complesse (differenziazioni econon1iche, naturali, politiche). È merito di Losch l'aver determinato l'ampiezza più vantaggiosa e la forma più appropriata dell'area di mercato nonché l'aver dimostrato il principio dell'interdipendenza fra le localizzazioni. Ma il limite della sua teoria è da ricercarsi nelle ipotesi estremamente semplici: così, ad esempio, la produzione, la vendita e i prezzi di una merce sono indipendenti da quelli delle altre merci; e, ancora, risultano trascurate le possibili differenziazioni dei costi nello spazio. Dai primi studi di economia spaziale hanno preso le mosse numerosi altri autori, ricordiamo Ohlin, Isard, Hoover e in particolare François Perroux che ha introdotto la formula dei poli di sviluppo o di crescita, contribuendo in maniera considerevole a rinnovare la teoria della localizzazione. Un ulteriore contributo è venuto da parte dei geografi ~ da Blanchard a l'v1ajorelle, da Winid a Gerling - anzitutto coi tentativi di classificazione e riconoscimento di numerosi fattori della localizzazione. Umberto Toschi, in proposito, distingue fattori di natura tecnica, paratecnica e non-tecnica o politica. I primi vengono suddivisi in fattori tecnici esterni (n1aterie prime, manodopera, mercati di consumo, vie di comunicazione) e fattori tecnici interni (organizzazione tecnologica ed organizzazione aziendale). Ai fattori paratecnici sono ascritti l'inerzia, che provoca il vistoso fenomeno delle ripetizioni industriali, ed il fattore di segno contrario dell'intraprendenza imprenditoriale; tra i fattori politici vengono annoverati quelli collegati ad esigenze non spiccatamente economiche, che si manifestano nella tendenza all'autosufficienza economica, prevalentemente regionale, nella tendenza all'equidistribuzione terirtoriale e nella tendenza all'avvaloramento delle risorse nazionali e locali. Tra i fattori considerati, a parte quelli tecnici che offrono situazioni di alternativa molto ampie, due hanno oggi un grado d'influenza notevole: il fattore inerzia e i fattori politici. Risulta interessante esaminare quali possono essere le ragioni che determinano i fenomeni d'inerzia e quelli conseguenti di rersistenza delle localizzazioni in determinati luoghi. In merito concorrono considerazioni tecniche, quali, tra le altre, la preesistenza di un mercato di consumo locale e di un sistema completo di infrastrutture, la presenza di manodopera specializzata, la disponibilità di aree industriali at~igue ai vecchi impianti, la presenza di materie prime; ma, e principalmente, considerazioni di ordine psicologico, come il bisogno dell'imprenditore di non sentirsi vincolato nella scelta del luogo, l'abitudine, la tradì31

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