Nord e Sud - anno XX - n. 161 - maggio 1973

Autilio Bournique validità del ruolo svolto dalla piccola distribuzione rappresenta argomento specifico di polemiche tra le più disparate: da una parte il consumatore assiste ad una costante lievitazione dei prezzi, dall'altra il piccolo commerciante lamenta il risicato margine di guadagno ritenuto del tutto sproporzionato al rischio e al lavoro necessari all'esercizio dell'attività commerciale. In considerazione di un elemento squisitamente economico, la piccola distribuzione, secondo taluni Autori, sarebbe una forma oramai destinata a scomparire perché superata dai nuovi sistemi distributivi, quali il grande magazzino, il supermercato, le case di vendita per corrispondenza, ecc .. La grande distribuzione, principalmente o addirittura esclusivamente per effetto delle maggiori dimensioni, sarebbe l' « unica » in grado di realizzare quelle tipiche « economie di scala», cioè riduzioni dei costi per effetto d'incrementi di produttività, che, per il loro carattere di vero e proprio extra-profitto, permetterebbero consistenti riduzioni sui prezzi di vendita con vantaggio sia per l'azienda sia per il consumatore, e perciò con vantaggio dell'intera struttura economica. Più recentemente, pur riconoscendo al fattore dimensionale la sua indubbia importanza, considerato che le economie dei costi sono il risultato di una utilizzazione più intensa della capacità produttiva connessa, per il settore in questione, particolarmente ad una maggiore « attrazione » del punto di vendita, possibile non solo per una maggiore dimensione ma anche per il concorso di altri fattori, come la particolare ubicazione, la velocità, la cortesia e la c01npetenza del servizio, l'addobbo della vetrina, ecc., anche per le piccole imprese commerciali al dettaglio si ain1nette la possibilità di economie di costi. D'altra parte la politica concorrenziale che la grande distribuzione svolge al momento con più basso livello medio dei prezzi di vendita per acquisire una parte della domanda globale, può ben considerarsi ]a fase iniziale del noto processo evolutivo di tipo circolare, conosciuto nella letteratura nord-americana sotto il non1e di « vVheel of Retailing » (Ruota del Dettaglio), la cui tecnica ricorda molto da vicino la politica concorrenziale adottata dal ramo dei trasporti all'inizio del secolo scorso. Infatti, una volta raggiunta una solida posizione sul mercato, com'-' mostra l'esperienza registrata negli altri paesi dove queste forme sono già da lungo tempo operanti, segue quasi sempre un « processo di assin1ilazione » durante il quale il coefficiente di servizio e il livello qualitativo delle merci vendute vengono ad elevarsi. Il risultato è un aumento del livello generale dei prezzi. Di conseguenza, da un punto di vista strettamente economico, un adeguamento spontaneo della rete distributiva, ottenibile lasciando libero campo alle nuove forme che naturalmente assorbirebbero quelle marginali, non comporterebbe « necessariamente» una generale « efficienza strutturale» della rete· distributiva al minuto. Da un punto di vista più generale, comporterebbe invece tutta una serie di problemi, a sfondo politico-sociale, con possibili riflessi negativi sull'intera struttura economica del Paese. L'ingresso di nuove e più grandi fanne distributive deve considerarsi un fatto acquisito, ma occorre anche che gli Organi preposti alla razionalizza28

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