Nord e Sud - anno XX - n. 161 - maggio 1973

Giornale a pi.ù voci al ragionamento materialistico e all'individuazione delle connessioni fra cause tecnologiche e conseguenze sociali. Purtuttavia l'atteggiamento del pensiero marxista nei confronti dell'ecologia si fonda su basi estremamente ambigue, in quanto esso oscilla tra la condanna dell'ecologia come una pseudo-scienza, tentando così di svuotarla di ogni contenuto, e l'agitazione del problema ecologico come riprova del fallimento della gestione capitalistica dei processi produttivi. La contraddittorietà di questa posizione risiede nel fatto che essa fa risalire le cause del problema ecologico ad un certo tipo di rapporto sociale e non al tipo di tecnologie impiegate, rovesciando così il classico rnodello dialettico marxiano. Questo rovesciamento, nella realtà, rappresenta la verifica del timore di veder coinvolte le società collettiviste nella critica a cui l'ecologia ha sottoposto la società industriale moderna, come se i processi produttivi in sé non fossero neutrali rispetto alle società che li utilizzano. Ad esempio non possiamo sinceramente credere che l'ossido di carbonio contenuto nei fumi industriali di Detroit sia letale e quello dei fumi industriali ài Mosca sia un tonico per i polmoni dei lavoratori. Pur nella riaffermazione della neutralità della tecnologia, è evidente che rimane aperto il discorso sulle n1odalità di utilizzazione di tale tecnologia, ma si tratta di un discorso di programmazione che non introduce elementi di differenziazione qualitativa fra il problema ecologico nei paesi ad industrializzazione capitalistica e quello dei paesi ad industrializzazione collettivista, ma soltanto elementi di differenziazione quantitativa. Il nostro appunto sulla posizione del marxis1no nei confronti della questione ecologica è volto a verificare l'esistenza di una base di omogeneità di atteggiamenti nei paesi industrialmente avanzati, affinché l'obiettivo del rispetto della natura venga sentito da tutti in maniera solidale, come è giusto che sia trattandosi di equilibri che investono l'intero ecosistema. D'altro canto è pure necessario verificare in che misura il rifiuto dell'idealismo ecologico comporti l'adesione ad un principio operativo dell'ecologia sul quale innestare serie proposte in ordine ai· problemi che ora vogliamo affrontare. Giungian10 così all'affermazione dell'unità dei problemi ecologici attra- \'erso la diversità dei sistemi sociali e tra tutti codesti problemi una posizione di preminenza è ricoperta da quello posto dalla crescita demografica e dalla conseguente pressione che essa esercita sulle risorse naturali. Se l'analisi degli ecologi è riuscita a cogliere la reale dinamica del processo di accrescimento della popolazione e dell'interazione di tale processo con quello relativo alla dinamica dello sfruttamento razionale, non del tutto soddisfacente è la normativa che a livello ecologico ne discende. · È in questo ambito che si situa il secondo rilievo che crediamo di poter !}lUOvere alla critica ecologica dello sviluppo economico; infatti non basta denunciare ,i guasti causati nell'ecosistema dall'accrescimento demografico e dal concomitante accrescimento della d01nanda collettiva di beni, strumentali e di consumo, per limitarsi poi all'enunciazione dell'esigenza della limi25

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