Nord e Sud - anno XX - n. 161 - maggio 1973

Giornale a più voci Invece, l'impiego della tecnologia evolutiva dell'uomo, con la conseguente accelerazione del progresso tecnologico, ha mostrato l'equivocità del rapporto esistente fra l'uomo e la natura, da esso trasformata. Il concetto di processo trasformativo, al fine dell'estrazione di utilità è il punto centrale della scienza economica che ne ha sempre enfatizzato la portata, ma a nostro avviso occorre introdurre tale concetto anche nella scienza ecologica, perché nella diuturna lotta che avviene in natura esso trova continua utilizzazione. Basti pensare alle tecnologie animali relative alla nidificazione, ed ancora si pensi alle forme di organizzazione sociale di molte specie animali. Quindi dal riconoscimento del principio trasformativo in natura mediante la tecnologia, qualunque essa sia, se ne trae l'importante conseguenza che il dissidio tra uomo e natura non risiede nel fatto che l'uomo applica una sua tecnologia contrariamente a tutte le altre specie animali, e neppure che la tecnologia dell'uomo è per sua essenza diversa da quella degli animali, ma nel fatto che, allo stato attuale, tale tecnologia introduce modificazioni irreversibili alla natura. A ben guardare un minimo di tecnologia evolutiva è posseduta anche dagli animali, e sotto questa prospettiva la legge della selezione naturale enunciata da Daiwin può costituire un valido punto di partenza per giungere a più complete analisi dell'evolutività delle tecnologie animali. Tra l'altro la suddetta legge sembra svolgere nell'ambito della natura quella stessa funzione che nell'ambito dell'economia svolge la famosa mano invisibile di Adam Smith. Infatti, nell'ambito del sistema economico concorrenziale, la lotta economica favorendo i più forti favorisce di fatto tutto il sistema e lo stesso avviene nella natura dove la lotta per la sopravvivenza consente la vittoria dei più forti migliorando indirettanìente la specie. Abbiamo già detto che nella catena alimentare della quale fa parte, ciascun componente dell'ecosistema funzionalizza la propria consistenza in rapporto alla disponibilità del fattore subordinato. D'altronde il sistema è congegnato in modo che, coeteris paribl!-s, ad ogni specie sia consentito lo sfruttamento della sola eccedenza della specie subordinata, o predata. C'è un problema spesso preso in considerazione dalla scienza economica, consistente nell'analizzare le condizioni che permettono di sfruttare una foresta senza distruggerla. In breve, la condizione basilare è che vi sia uguaglianza fra il tasso di utilizzazione della foresta ed il suo tasso di riproduzione; è questa, in fondo, la condizione che regola i rapporti fra i singoli anelli della catena alimentare che, in termini quantitativi diventa una piramide alimentare. Questa armonia è venuta a mancare per quanto riguarda la specie umana, che ha allargato il proprio dominio sull'ecosistema attraverso l'accelerazione della tecnologia. Si tratta di una accelerazione di tipo esponenziale, almeno secondo molti analisti, che si lega all'accelerazione, anch'essa esponenziale, di altri· parametri relativi alla razza umana, quali la crescita demografi.ca, l'aumento degli indici produttivi. Così la piramide alimentare che avrebbe 23

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