Il momento giuridico nell'azione meridionalista tervento e le conseguenze prodotte da un'azione politica tutt'altro che coerente e non in grado di fornire agli organi in questione risorse adeguate agli obbiettivi che vengono loro assegnati. Argomentazione centrale di quel saggio è che l'esistenza del dualismo è il fatto che richiede l'intervento straordinario in una sede specializzata, intervento che è dunque strumento di difesa nei riguardi di una politica generale che tende a non essere dualista e quindi a regolarsi nella parte povera del Paese come se ad essa fosse applicabile il modello di sviluppo della parte ricca cioè della parte che è politicamente più forte. A questo punto è interessante osservare che la stessa richiesta di soppressione dell'intervento straordinario è stata negli anni scorsi avanzata nel senso che l'ordinamento regionale rende superfluo un intervento straordinario che, per sua natura, ha carattere centralizzato. L'argomentazione è qui in un certo senso opposta; nel caso della programmazione era per considerazioni di uni tari età che si voleva dissolvere l'apparato di intervento straordinario, ora invece era per considerazioni di autonomie locali. In ambedue i casi sono sempre le concrete esigenze del Mezzogiorno che non si esita a sacrificare in nome di principi la cui applicabilità a un certo tipo di azione non è affatto dimostrata. Il tema della connessione tra programmazione nazionale, compiti della Regione e intervento straordinario era del resto già stata oggetto da parte dell'Annesi fin dal 1963 di una breve succosa premessa alla pubblicazione, nelle collezioni Svimez, delle leggi e degli atti parlamentari sul Piano di rinascita della Sardegna; in questa premessa viene tra l'altro sollevato il problema dell'accertamento della conformità dei singoli atti delle varie amministrazioni agli obbiettivi del piano, problema intorno al quale molto è ancora da fare da parte sia degli economisti, sia dei giuristi ove si voglia conseguire quel minimo di rigore nella formulazione dei programmi che ne consenta un obbiettivo controllo; e il tema è veramente di importanza decisiva ai fini di una seria programmazione ove si ricordi che - avvertono i cibernetici - non vi è programma senza controllo; è infatti il meccanismo di controllo che permette di tempestivamente promuovere le azioni rettificative e integrative capaci di fat evolvere il sistema verso gli obbiettivi stabiliti. L'industrializzazione, è forse superfluo dirlo, rimane sempre il tema nel. quale, da un lato, il progresso conseguito dall'azione meridionalista continua ad essere insoddisfacente e, dall'altro, le modalità dell'intervento straordinario - e in particolare i rapporti 19
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