Nord e Sud - anno XX - n. 161 - maggio 1973

Vittorio Barbati sto, e si incontrò a Salisburgo con Hitler e Ribbentrop. In quell'occasione, egli fu messo bruscamente di fronte alla realtà: i tedeschi, convinti che le garanzie anglo-francesi fossero platoniche, volevano la guerra con la Polonia. Non c'era altro da fare che tentare di restar fuori dalla bufera. Intanto gli avvenimenti si succedevano a ritmo incalzante. Il 23 agosto Ribbentrop firmava a Mosca il patto tedesco-sovietico 52 , che assicurav2 ad Hitler le spalle coperte dalla parte dell'URSS. Nei giorni seguenti, tutti i tentativi di mediazione, compresi quelli di Mussolini, che aveva dovuto ammettere con Hitler l'impreparazione militare dell'Italia 53 , fallirono. Il 1° settembre 1939 la Wermacht iniziava le operazioni contro la Polonia. Due giorni dopo la Francia e l'Inghilterra dichiaravano guerra alla Gennania. L'Italia inventò la formula della « non belligeranza» 54 • Era un modo come un altro per dire che aspettava gli eventi. Mussolini sapeva che il paese non era pronto a fare la guerra. E a più riprese lo aveva fatto sapere anche ad Hitler 55 • Però aveva accettato a cuor leggero l'« automatismo » del « Patto d'Acciaio ». In verità avrebbe avuto anche dei validi motivi per denunciare tale « Patto » - Hitler, senza consultarlo 56 , lo aveva 1nesso più volte davantj al fatto compiuto - ma evidentemente non ne aveva il coraggio. La « non belligeranza », almeno per il momento, gli offriva una scappatoia. In realtà, i nodi della sua politica precedente stavano venendo al pettine tutti insieme. L'Italia accusava lo sforzo dei conflitti di Etiopia dubbi cominciarono ad affacciarsi alla mente di Ciano, che perciò decise di recarsi in Germania. · 52 Il patto tedesco-sovietico del 23 agosto 1939 era composto da due parti: un trattato di non aggressione, che fu reso noto il giorno successivo, ed un protocollo segreto nel quale venivano delimitate le zone d'influenza dei due contraenti. 53 Il 25 agosto Hitler scrisse a Mussolini per illustrargli l'accordo tedesco-sovietico (del quale l'Italia non era stata preavvisata) e per comunicargli la sua intenzione di attaccare la Polonia. Mussolini rispose, lo stesso giorno, che, data l'impreparazione militare dell'Italia, non gli era possibile entrare in guerra; per intervenire, l'Italia avrebbe avuto bisogno di immediate forniture di armi e materie prime da parte della Germania. Il giorno successivo il fabbisogno italiano fu precisato con una lista redatta in modo da dimostrare l'enormità di tale fabbisogno (ed anche l'impossibilità tedesca di soddisfarlo). 54 La formula della « non belligeranza » fu deliberata dal Gran Consiglio il 7 dicembre 1939. 55 Durante le trattative per il « Patto d'Acciaio », fu più volte fatto presente ai tedeschi che l'Italia non avrebbe potuto affrontare una guerra prima del 1943. Pochi giorni dopo la firma del «Patto», Mussolini elaborò un promemoria sull'argomento e lo inviò ad Hitler per mezzo del generale Cavallero. Tutto ciò, però, non riduce le responsabilità di Mussolini e di Ciano per aver accettato l' <<automatismo» contemplato dall'art. 3 del « Patto », nel testo proposto dai tedeschi, senza richiedere l'aggiunta di clausole di garanzia. 56 L'articolo 2 del « Patto d'Acciaio » prevedeva l'obbligo di consultazioni fra le parti, anche se non riduceva la portata dell'articolo 3. 118

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