Nord e Sud - anno XX - n. 161 - maggio 1973

Vittorio Barbati pendolo italiano, non sappiamo se per calcolo o per paura, si orientò nuovamente verso la Germania. Intanto maturava la crisi cecoslovacca. I tentativi di mediazione, soprattutto britannici (missione di lord Runciman, viaggi di Chamberlain in Germania) fallirono. Il 29 settembre si riunì la conferenza di Monaco, alla quale parteciparono la Francia, la Germania, la Gran Bretagna e l'Italia. Mussolini assunse la parte del mediatore e riuscì a far varare un compromesso favorevole alla Germania, che in pratica costituì il preludio allo smembramento della Cecoslovacchia 44 • Con tale compromesso, i franco-inglesi giunsero al cumine delr« appeasement ». E Mussolini, forse illudendosi di conseguire un successo diplomatico, fece uno dei suoi più gravi errori di calcolo: più ancora dell' « Anschluss », il vantaggio strategico 45 che la Germania conseguì a Monaco contribuì a rendere possibili le successive tappe dell'espansione tedesca. E costituì, per quanto ci riguarda, un ulteriore fattore di asservimento dell'Italia alla Germania. Non sappiamo come Mussolini valutò questo fatto. Sappiamo che andò a cercarsi altre grane lanciandosi in una politica di rivendicazioni verso la Francia 46 • Ottenne solo il risultato di farsi chiudere in faccia 44 L'accordo, firmato all'una del mattino del 30 settembre, sanciva l'attribuzione alla Germania della regione dei Sudeti (dalla quale, in sostanza, era nata la crisi) e costituiva la premessa delle successive annessioni polacche ed ungheresi, che avrebbero contribuito in modo decisivo al dissolvimento dello Stato cecoslovacco. La tragedia si compì nel marzo 1939, con l'occupazione di Praga da parte delle truppe tedesche, la proclamazione dell'indipendenza slovacca (la Slovacchia si pose subito sotto la « protezione » della Germania) e la nascita _del « Protettorato » di Boemia e Moravia. 45 Le conseguenze strategiche dell'accordo di l\1onaco e degli avvenimenti successivi furono esattamente valutate da Churchill, che allora era ai margini della vita politica. In effetti, i vantaggi per la Germania furono notevoli: la neutralizzazione, senza colpo ferire, del potente sistema di fortificazioni costruito dai cecoslovacchi; l'eliminazione automatica dell'efficiente esercito cecoslovacco; l'acquisizione, alla sparizione dello Stato cecoslovacco, di una moderna industria bellica; e, cosa forse più importante di tutte, l'acquisto di una nuova capacità di manovra strategica che poteva consentire all'esercito tedesco di manovrare per linee interne per attaccare, a sua scelta, ad ovest, ad est o a sud. E questo significava, per quanto ci riguarda, che la minaccia tedesca nei confronti dell'Italia diveniva realmente consistente. 46 Il 14 maggio 1938 Mussolini rifiutò di sottoscrivere con la Francia un accordo simile al « Gentlemen's Agreement » italo-britannico e nei mesi successivi mantenne. nonostante la prove di buona volontà dell'altra parte (il 19 novembre la Francia riconobbe la conquista italiana dell'Etiopia), un netto atteggiamento anti-francese. Il. 30 novembre 1938, due mesi dopo la conferenza di Monaco, le rivendicazioni italiane per una « Monaco mediterranea» furono annunciate in modo non del tutto ortodosso: in un discorso alla Camera dei Fasci e delle Corporazioni, Ciano accennò alle « aspirazioni naturali del popolo italiano » e subito i « Consiglieri nazionali » cominciarono a gridare: « Gibuti! Tunisi! Corsica! ». Nei giorni successivi la stampa rincarò la dose aggiungendo Nizza e la Savoia. La Francia, che fino ad allora aveva cercato un accordo con l'Italia, si irrigidì. Pochi mesi dopo, nel marzo 1939, mentre 116

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==