Vittorio Barbati iniziato la ricostruzione della sua flotta da battaglia - accentuò lo sforzo nel campo delle unità pesanti 29 • L'obiettivo era quello di dotare l'Italia di una potente flotta, capace di esercitare un peso decisivo nelle vicende mediterranee. Però questa potente flotta era destinata a combattere un'eventuale guerra contro un avversario non ben definito. Ancora una volta, la mancanza di un chiaro orientamento di politica estera impediva la forrnulazione di valide ipotesi strategiche e quindi l'adozione dei provvedimenti tecnici collegati 30 • Anche le impostazioni tecniche dell'Aeronautica, in mancanza di una scelta politica chiara e di previsioni sull'epoca e sul tipo di un eventuale conflitto, erano viziate in partenza. Il risultato fu che, nel tentativo di predisporre i mezzi per fronteggiare qualsiasi possibile evenienza, si produsse un eccessivo numero di prototipi di tutte le specialità, senza pervenire - anche perché non si adottò nel settore una vigorosa politica di concentrazione industriale 31 - ad un'organica composizione della linea. Le conseguenze negative di questi fatti furono inoltre aggravate dallo sforzo che l'industria dovette sostenere per i conflitti di Etiopia e di Spagna e, paradossalmente, dal forte volume di esportazioni che essa realizzò 32 : entrambi questi fattori, infatti imposero di mantenere in 29 Il 1° giugno 1937 rientrò in servizio la « Conte di Cavour», seguita, il 1° ottobre, dalla gemella « Giulio Cesare». Intanto era cominciata la ricostruzione (1° e 8 aprile) delle due vecchie corazzate «Duilio» e « Doria », mentre venivano varate, il 25 luglio e il 22 agosto, la « Vittorio Veneto» e la «Littorio» (entrambe sarebbero entrate in servizio nel 1940, rispettivamente il 28 aprile e il 6 maggio). Furono inoltre impostate altre due navi da battaglia della classe « Vittorio Veneto »: l' « Impero » che non sarebbe stata mai completata) il 14 maggio e. la «Roma» (entrata in servizio nel 1942 ed affondata con bombe-razzo da aerei tedeschi il 9 settembre 1943) il 18 settembre. 30 Probabilmente proprio a causa della mancanza di un chiaro indirizzo strategico, derivante, come si è fatto notare, dall'inesistenza di una linea coerente di politica estera, furono trascurati alcuni punti essenziali che sarebbero apparsi drammaticamente in evidenza durante la seconda guerra mondiale: non si tennero nel debito conto i problemi relativi al munizionamento ed all'addestramento necessari all'impiego notturno (è il caso di notare che la Marina giapponese, ritenendo di dover combattere in condizioni di inferiorità, aveva dato il massimo impulso alle tecniche per la lotta notturna, portando l'addestramento dei suoi equipaggi al limite, si può dire, delle possibilità umane); si rinunciò alla costruzione di navi portaerei, senza sviluppare edaguatamente le tecniche di comando e di impiego necessarie per la cooperazione fra la Marina e l'Aeronautica; e, cosa forse più grave di tutte, non si conferì il dovuto impulso agli studi su alcuni nuovi importanti apparati (a cominciare dal radar). 31 Nel 1938-39 le aziende costruttrici di cellule erano 45, 21 delle quali definite « gra,ndi ». Vi erano inoltre 7 aziende produttrici di motori (alcune delle quali produttrici anche di cellule). Solo nel 1943, ossia troppo tardi, sarebbe stato tentato un organico raggruppamento di tali aziende. 32 Negli anni fra le due guerre l'industria aeronautica italiana esportò i suoi prodotti in trentanove paesi. In cambio di tali esportazioni, in genere, si ottenevano, mediante accordi di compensazione, materie prime utili alla stessa industria aeronautica. 110
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