Nord e Sud - anno XX - n. 161 - maggio 1973

La politica estera dell'Italia fra le due guerre (II) fornimento che collegavano l'Italia alle sue colonie e condannare le truppe italiane che le occupavano alla sconfitta ed all'annientamento. E qui si inserisce un altro degli enig1ni non risolti della crisi etiopica. Durante tale crisi, la « Home Fleet » 12 fu trasferita a Gibilterra. Sir Eric Drummond ne dette comunicazione a Mussolini, che, in risposta, assunse un atteggiamento di sfida. Oggi si sa che il S.I.M. aveva intercettato dei messaggi, sca1nbiati fra l'Ammiragliato e il comando della « Home Fleet » dai quali si rilevava che quest'ultima scarseggiava di mu- . . . n121on1. A prima vista questo potrebbe sembrare un motivo più che valido per spiegare il mancato impegno inglese e l'atteggiamento di Mussolini. Ma, se si scruta più a fondo, questa tesi vacilla. Che necessità avevano l'Ammiragliato e il comando della « Home Fleet » di scambiarsi dispacci del genere, quando avevano avuto tutto il tempo per comunicarsi prima, e in modo « non intercettabile», queste faccende? È possibile che l'Ammiragliato non conoscesse già la situazione della più importante delle sue flotte? D'altra parte, se si considera il rapporto di forze allora esistente fra la Royal Navy e la Regia Marina, questo scambio di messaggi appare ancora più sibillino. Contro le numerose, anche se non modernissime, corazzate britanniche 13 , l'Italia non poteva allineare nessuna nave da battaglia: la « Vittorio Veneto» e la « Littorio » erano in costruzione, la « Cavour » e la « Cesare » erano in « ricostruzione », la « Duilio » e la « Doria » erano in disarmo. Ed era assurdo pensare che i sette incrociatori pesanti delle classi « Trento» e « Zara » potessero misurarsi con le corazzate della Royal Navy, per giunta affiancate da numerosi incrociatori, anche se queste fossero state afflitte da un'effettiva scarsità di munizioni. In quel momento, in uno scontro con la Marina di Sua Maestà britannica, la Regia Marina italiana avrebbe potuto trovare solo una fine gloriosa ed inutile. Anche perché, per motivi fin troppo ovvi, la flotta inglese avrebbe potuto imporre la battaglia presso l'irnboccatura del canale di Suez, ossia al di fuori del raggio d'azione dei bombardieri ita12 La « Home Fleet », alla quale era affidato il controllo delle zone di mare intorno alle isole inglesi, era la più importante fra le flotte della Royal Navy. La sua base principale era Scapa Flow. Nel Mediterraneo operava permanentemente la « Mediter- · ranean Fleet », la cui base, durante la crisi etiopica, fu spostata da Malta, ritenuta troppo esposta ad eventuali attacchi aerei italiani, ad Alessandria d'Egitto. 13 A quell'epoca si riteneva, anche se non mancavano concezloni diverse, che il fulcro del potere navale fosse costituito dalle navi da battaglia, senza la protezione delle quali le unità minori sarebbero state condannate ad un inutile olocausto. Solo nella seconda guerra mondiale la portaerei avrebbe detronizzato la corazzata. Comunque l'Italia non aveva nemmeno portaerei. 101

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