Vittorio Barbati I tentativi di mediazione, da parte sia della Società delle Nazioni che dei franco-inglesi, furono numerosi ma sterili. Nel gennaio 1935, dopo che l'Italia aveva rifiutato un arbitrato per gli incidenti di Ual-Ual del 5 dicembre 1934 2 , il governo etiopico rivolse un appello alla Società delle Nazioni. L'Italia fece macchina indietro ed accettò l'arbitrato che però fallì. Seguì, il 17 marzo, un nuovo appello dell'Etiopia alla Lega, il cui Consiglio, il 25 maggio, affidò alla Gran Bretagna e alla Francia l'incarico di trovare un arbitro entro il 25 luglio. A giugno Eden si recò a Roma, per suggerire a Mussolini un compromesso 3, ma il tentativo fallì. Dal 15 al 18 agosto ebbe luogo una conferenza anglo-franco-italiana, con la proposta, da parte anglo-francese, di un nuovo compromesso 4, che Mussolini rifiutò ancora. Il 4 settembre, il Consiglio della Società delle Nazioni fece, senza esito, delle proposte analoghe. Il 3 ottobre ebbero inizio le operazioni militari e 1'11 dello stesso mese la S.d.N. decretò le sanzioni contro l'Italia 5 • A questo punto, evidentemente memore delle intese non scritte che doveva aver preso a gennaio con Mussolini, entrò in scena Laval, divenuto nel frattempo primo ministro, che si mise rapidamente d'accordo con il ministro inglese degli Esteri, sir Samuel Hoare, per varare, a dicembre, un altro compromesso, in base al quale, di fatto o di diritto, l'Etiopia sarebbe finita sotto l'egida italiana 6 • Egli commise però l'errore di dare pubblicità al suo piano, favorendo delle indiscrezioni sulla stampa francese, e mise così Hoare in una posizione estremamente difficile. L'opinione pubblica inglese reagì violentemente ad il « premier» Baldwin, in assenza del suo ministro che si trovava in Svizzera, adottò 2 Ual-Ual, alla frontiera dell'Eritrea con l'Etiopia, si trovava in territorio abissino ma era in pratica, fin dal 1928, sotto controllo italiano. La procedura di arbitrato era prevista dal trattato di amicizia italo-etiopico sottoscritto nello stesso 1928. 3 In base a tale compromesso l'Etiopia avrebbe dovuto cedere all'Italia una parte dell'Ogaden, ricevendo in cambio uno sbocco al mare a Zeila nel Somaliland. 4 Questo nuovo compromesso prevedeva un « mandato comune anglo-franco-italiano sull'Etiopia», soluzione piuttosto strana per un paese membro della S.d.N. (bisogna notare che l'Etiopia era stata ammessa alla Società delle Nazioni nel 1923 proprio su proposta italiana). Nel quadro di tale « mandato », l'Italia avrebbe avuto una posizione preponderante sia nel campo amministrativo che nel campo militare (l'esercito etiopico sarebbe stato praticamente controllato da « consiglieri militari » italiani), mentre la Francia e l'Inghilterra si sarebbero garantita la possibilità di difendere i loro interessi economici e strategici nella regione. 5 Le sanzioni entrarono in vigore il 18 novembre 1935 e consistettero nella proibizione di concedere crediti allo Stato italiano ed a persone fisiche e giuridiche residenti in .Italia e nel divieto di esportare in Italia materiali bellici e prodotti essenziali all'industria di guerra. I prodotti petroliferi vennero esclusi dall'embargo. L'Albania, l'Austria e l'Ungheria rifiutarono di applicarle e la Svizzera avanzò delle riserve. 6 Il piano « Laval-Hoare » prevedeva l'attribuzione all'Italia dell'Ogaden e di una parte del Tigré (ossia dei due terzi del territorio etiopico). Inoltre, l'Italia avrebbe potuto inviare coloni anche nel territorio che rimaneva all'Etiopia. In cambio, quest'ultima avrebbe avuto una piccola striscia di territorio eritreo con il porto di Assab. 98
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