Nord e Sud - anno XX - n. 160 - aprile 1973

NJa_ria Del Vecchio nemmeno, per così dire, dietro l'uscio o dietro l'angolo; anzi, sembra allontanarsi, e richiedere ancora l'impegno di una o due generazioni. Questo non significa, non deve significare che oggi ci si debba attardare a mettere in discussione addirittura le scelte di campo operate nella definizione e nell'avvio dell'impegno meridionalistico dello Stato repubblicano, che fu e rimane, in sintesi, una scelta politica per un Mezzogiorno nell'Occidente. A questo punto "''iene da chiedersi, ammesso che qualcuno voglia porre in discussione questa scelta politica, se altri paesi, che si sono dati un modello di sviluppo diverso dal nostro, non siano essi stessi in crisi, in un certo senso alla pari di come constatian10 oggi che si trova il nostro paese, e il nostro Mezzogiorno. Intendo citare qui un esempio, che ovvia1nente è ben presente agli attenti meridionalisti, così come è noto a tutti noi rappresentanti delle regioni meridionali; mi chiedo, cioè, se la Jugoslavia abbia ridotto con maggiore velocità le distanze, adottando un modello di tipo socialistico, tra regioni ricche e regioni povere, o se invece, come sembra, queste distanze si siano approfondite fino al punto di minacciare l'integrità della stessa c0mpagine nazionale. Questa ed altre domande esigono risposte che, come è stato più volte detto (e io sono d'accordo), devono assolutamente rifuggire dall'accademia, ma anche dalla demagogia politica: proprio noi non possiamo quindi consentircelo. Dico « noi », più di altri impegnati nelle regioni e nel Mezzogiorno, perché siamo in questa conferenza, come nelle altre occasioni di incontro di questo genere, per ricostruire, sulle macerie di una illusione, quella dei tempi brevi, una prospettiva che non sia illusoria. E allora, niente fughe in avanti. Meno che mai quella in cui si sostanzia l'indicazione, qualche volta affiorata in questo convegno, più volte affiorata all'esterno di questo convegno sulla stampa locale, di una così detta « politica mediterranea », che per alcuni dovrebbe essere complementare, per altri dovrebbe essere addirittura alternativa della stessa politica europea. Paradossalmente l'adesione dell'Italia a questo blocco mediterraneo (caratterizzato oltre tutto da non pochi regimi autoritari, che pure si affacciano in modo preponderante nell'area mediterranea) finirebbe col darci la ben magra soddisfazione di vederci balzare in testa ad una nuova classifica a fronte degli indici attuali che nelle graduatorie comunitarie ci mettono in coda. E lo strano (o la fortuna) è che questa tentazione antieuropea (che qualche firma democratica ha sottoscritto, in questi giorni, su· qualche giornale della capitale della regione che ci ospita così generosamente ed amichevolmente), che pure si è sentita affiorare in questo convegno, viene invece concordemente respinta in sede nazionale. 90

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