Nord e Sud - anno XX - n. 160 - aprile 1973

Cecilia Lezzi Santoro ultimi dieci anni è dovuta, oltre che alla estensione di nuovi impianti e alle operazioni di innesto di n1anderini comuni con i quali è stato consociato, soprattutto al prezzo - abbastanza rilevante rispetto ai comuni manderini - che riesce a quotare grazie alla sua precocità di maturazione favorita dalle eccellenti condizioni pedoclimatiche della zona di coltivazione che permettono la maturazione e, quindi, la raccolta prima che in Sicilia. Le varietà più pregiate sono il Clementine di Nueles ed il Satsurna, particolarmente esaltato per l'estrema precocità di maturazione e di fruttificazione e per la notevole resistenza al freddo. Per l'arancio, il vVashington ed il Tarocco sono le varietà maggiormente rappresentate e per le quali è possibile prevedere una maggiore diffusione e affermazione nel futuro. Seguono, a notevole distanza, il 1vloro e il Sanguinella, quest'ultimo decisamente in diminuzione per lo scarso interesse dimostrato dal consumatore, indirizzato di preferenza verso le arance bionde, e per la difficoltà di inserimento nei mercati nazionali ed esteri. Il Tarocco, specialmente quello coltivato nei terreni sabbiosi dell'arco _ionico, si affianca per le caratteristiche di pregio, a quello coltivato in Sicilia. In provincia di Taranto, in particolare, da qualche anno si sta cercando di introdurre nuove varietà 6 , ·quali la Salustiana, del gruppo delle arance bionde e di origine spagnola, dai frutti molto zuccherini e succosi che si raccolgono da metà novembre a n1arzo; la Navelate, dai frutti ricchi di succo e che si possono conservare sulla pianta fino ad aprile; la Navelina, pregevole per la precocità di 1naturazione e per essere resistente al freddo e alle fitopatie. prima volta il Clementine, e si deve al dott. Trabut la sua diffusione( Rebour H., Gli agrumi, Bologna, Edizioni Agricole, 1971, p. 63). 6 Il problema sulla scelta e diffusione delle varietà non è dei minori se si considerano, da una parte, le mutevoli esigenze dei consumatori e dall'altra, la concorrenza di altri paesi quali la Spagna, Israele e il Marocco nel proporre nuove cultivar di maggior pregio. E se è vero che oggi lo standard varietale della nostra agrumicoltura non è dei peggiori, è anche vero che non tutta la produzione risponde a requisiti di alta qualità e pregio tenendo conto sempre della concorrenza degli altri Paesi produttori. Infatti, molti agricoltori, spinti dall'entusiasmo di guadagni più elevati, hanno intrapreso la coltura degli agrumi inesperti delle pratiche colturali (concimazioni e potature razionali, giusti valori di adacquamento, trattamenti fitosanitari) e senza tenere molto in conto la natura e la posizione dei tern~ni, dimenticando, che alla coltura degli agrumi nuocciono i terreni posti nelle immediate vicinanze del mare, nei fondovalle e nelle depressioni, e i terreni argillosi. A tal proposito. si rileva l'assoluta mancanza di una stazione sperimentale o istituto, almeno nella zona maggiormente interessata alla coltivazione degli agrumi. La messa a punto e la razionale esecuzione delle pratiche colturali sono, infatti, condizioni essenziali per ottenere un cospicuo miglioramento della produzione agrumaria sia sotto il profilo qualitativo che quantitativo. La necessità, inoltre, di non ampliare eccessivamente lo 82

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