Nord e Sud - anno XX - n. 160 - aprile 1973

Cecilia Lezzi Santoro La provincia di Lecce (con 695 ha di superficie specializzata) interessa il 9,5 % della corrispettiva superficie regionale. Agrumeti razionali si possono individuare nei comuni di Castri, Caprarica di Lecce, Melendugno, Galatone, Cutrofiano, Galatina, Matino, Racale, Ugento, Taviano e Squinzano. Caratteristica della agrumicoltura leccese è la diffusione della coltura promiscua (ben 1.630 ha) presente un po' dappertutto; specialmente nel basso Salento sono diffusi gli agrumeti a carattere familiare, nei « giardini » dove si trovano associate tutte le varietà, e nelle numerose cave di tufo, ormai esaurite e che presentano, nel fondo, uno strato di terreno agrario. Nel brindisino gli impianti specializzati (circa 121 ha) sono concentrati nel comune di Oria e lungo la fascia costiera comprendente i territori comunali di San Pietro Vernotico e Torchiarolo; la coltura promiscua (aggirantesi intorno agli 885 ha) è presente in quasi tutto il resto della provincia. La provincia di Foggia, che circa un ventennio addietro era al primo posto fra le provincie pugliesi per la superficie agrumetata, ora è scesa al terzo posto con appena 635 ha, tutti a coltura specializzata (di cui l'arancio copre 437 ha ed il limone 197 ha). Le superfici agrumetate sono localizzate interamente nella piana del golfo di Manfredonia, protette a nord dal promontorio del Gargano. Le averse condizioni climatiche e soprattutto i forti venti settentrionali - che hanno costretto gli agrumicoltori ad innalzare fitte reti di frangivento, con canne e alberi, o muretti in tufo -, non ultime le scarse risorse idriche del territorio non hanno consentito nel tempo l'affermarsi e il prÒgredire di questa coltura. Nel barese, infine, l'agrumicoltura è di modestissime entità, appena 25 ha in coltura specializzata e 63 in coltura promiscua. 600 ha, l'Algeria con 550 e la Spagna con 420. In Italia la coltura del pompelmo non supera i 100 ha fra coltura specializzata e promiscua. L'America, comunque, detiene il primato in campo mondiale con 80.000 ha, seguita dalla Giamaica con 7.500 ha). È da qualche anno che si guarda anche da noi, con un certo interesse, alla coltura del pompelmo, coltura che si proietta in un futuro piuttosto lontano considerato che il consumo di questo agrume è ancora scarsamente diffuso nel nostro Paese, al contrario di quanto accade tra i popoli del Nord (Inglesi in particolare). E se l'espansione di una coltura va considerata soprattutto in relazione alla effettiva possibilità di assorbimento da parte dei mercati, non solo quelli nazionali ma particolarmente quelli extranazionali, non va trascurato nemmeno l'altro aspetto che cioè il pompelmo, pur presentando numerosi lati positivi per la rapida fruttificazione e per la elevata produttività (500-600 q.li/ha), difficilmente sopporta il freddo; per cui la sua diffusione può avvenire solo in determinate zone che presentano condizioni pedoclimatiche adatte. 80

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