Nord e Sud - anno XX - n. 160 - aprile 1973

Michele Ributti rebbe non solo scorretta ma anche controproducente, in quanto rischierebbe di interrompere il processo di ripensamento in atto nel Movimento, di annullare i risultati raggiunti e, conseguentemente, di compromettere seriamente le prospettive future. Di fronte a questo processo, la cui evoluzione è doveroso seguire con attenzione, ciascuno deve recitare la sua parte ed assumere le proprie responsabilità, fino in fondo e senza riserva. Il Movimento Studentesco dovrà rinunciare al costume politico che ha voluto tenere fino ad ora; dovrà desistere da quei gesti di provocazione e di intolleranza verso le opinioni altrui, che discretano qualunque fede politica; dovrà accettare la sfida che le forze politiche gli hanno lanciato, quella di partecipare al confronto sulle cose, rifuggere dagli slogans e dalle intimidazioni: potrà vincere o perdere, quello che è certo è che la sfida non accettata è perduta in partenza. Da parte sua, per essere in grado di offrire credibilità alla sua sfida, il Comitatone dovrà riuscire ad impostare e portare avanti, in modo rigoroso e coerente, quel discorso sui « nuovi canali di partecipazione studentesca », di cui, più o meno enfaticamente, più o meno strumentalmente, si è tanto parlato dal '68 ad oggi, ma che tanto poco e tanto male si è contribuito a realizzare. È un discorso politico ma è anche, e magari soprattutto, un discorso di cultura, di una cultura che venga a contestare la diffusione delle troppe sottoculture che si agitano nell'Università milanese. Fra queste, alla ricerca di « una vita nuova nella contraddizione contro la contraddizione», si agita sempre più freneticamente - lo si è visto al Primo Congresso Nazionale del 31 marzo per il quale si è scomodato financo l'on. Moro - quella di un n,uovo gruppo organizzato, « Comunione e Liberazione ». I componenti di questo gruppo, tutt'altro che irrilevante per numero, sono cattolici definiti da « l'Espresso » « vicini alle correnti di Forze Nuove della D.C. ». A chi scrive sembra piuttosto, ed il loro congresso lo ha confermato, che dietro di essi riviva il fantasma della Gioventù Studentesca; lo stesso atteggiamento di sini~ strismo di maniera e di comodo, ieri contro ]e Associazioni Studentesche « corporative », oggi contro il Comitatone « fatto di vertice ». Oggi come ieri quella stessa mistica della « ricerca della verità in umiltà » che continua a collocarli su di un vuoto culturale e politico inarrivabile. Sappia l'iniziativa dei partiti democratici guardarsi da questa e da altre confusioni, sempre e comunque destinate ad essere strumentalizzate ora in sede politica, ora in sede accademica. Sulla retorica cattolica della « mediazione », prevalga l'esigenza laica della « scelta »: continuare a voler mediare rimandando le scelte potrebbe essere fatale per quelle forze che si riconoscono nei principi della lealtà costituzionale senza nserve. 76

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