Nord e Sud - anno XX - n. 160 - aprile 1973

Michele Ributti di qualche risultato si possa parlare. Vigezzi espone la posizione del Comitatone evidenziandone il contrasto con quella del senato accademico che vorrebbe una regolamentazione interna dell'Università, presu1nibilmente modellata sui provvedimenti Schiavinàto di infausta memoria estiva. Ribadisce e chiarisce il principio dell'autoregolamentazione ed assicura che le regole e le procedure per riunioni e incontri non potranno essere presentate senza che studenti e docenti le abbiano accettate. Nulla di nuovo rispetto a quanto era emerso in precedenza: un progetto certo non entusiasmante per originalità ma ragionevole e con l'indiscutibile pregio di essere un compromesso concretamente realizzabile. La replica del Movimento Studentesco non si fa attendere e contiene un giudizio completamente negativo: « non possiamo ritenere», proclama Emanuele Criscione, « che la soluzione dei problemi si possa trovare con la collaborazione dei nemici storici della classe operaia. Le forze democratiche e sindacali devono scegliere, se stare qui con noi o discutere con questi nemici ». Il comunista Cervetti enuncia le tre condizioni per l'organizzazione della democrazia interna dell'Università: 1) esclusione di ogni forma di fascismo, 2) eliminazione di ogni forma di isolamento corporativo, 3) accettazione di tutte le forme di maggioranza e di minoranza. Anche qui, come si vede, il discorso è nella sostanza identico a quello di Vigezzi e conferma il leale allineamento del P.C.I. sulle proposte del Comitatone, sebbene questo fatto non abbia mancato di attirare sull'oratore, almeno in parte, quella violenta reazione dell'assemblea che ha praticamente impedito di parlare ai rappresentanti di tutti gli altri partiti, ad eccezione .di Vertemati (che ha riscosso invece numerosi consensi). È giunto, pertanto, il momento di fare qualche osservazione su questo trattamento privilegiato riservato al Partito Socialista da parte del Movimento Studentesco. Nel dibattito sull'ordine pubblico tenuto a Palazzo Marino il 21 febbraio, il consigliere Dragone (PSI) ha detto: « Con gli applausi al nostro partito all'Università è stato soltanto riconosciuto ai socialisti di non voler essere i poliziotti dell'Università ». Questa spiegazione, da sola, convince poco e non dimostra nulla, assume invece un plausibile significato se messa in relazione con la generale benevolenza con cui il P.S.I. ha trattato il Movimento Studentesco in questi ultimi tempi ed, in particolare, con la lettera aperta dell'on. Artali, della quale si è detto. La verità è che il Partito Socialista, anch'esso alla disperata ricérca di uno spazio a sinistra, non si è lasciato sfuggire l'occasione di prendere il posto del P .C.I. sull'arcione della tigre della contestazione studentesca, anche a costo di prendere le distanze dal CÒmitatone, di cui 74

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