Nord e Sud - anno XX - n. 160 - aprile 1973

Michele Ributti almeno formalmente, vanificata. Il Comitatone invita gli studenti a stabilire essi stessi una autoregolamentazione della vita democratica e dell'attività politica all'interno dell'Ateneo, a precisare cioè le condizioni e le modalità per la concessione delle aule per assemblee e riunioni, in casi normali e in casi di urgenza : il numero delle firme per la richiesta di autorizzazione al rettore, i limiti della sua discrezionalità nella concessione, i tempi da rispettare e le procedure da seguire. L'invito all'autoregolamentazione vuol essere - afferma il prof. Enrico De Cleva - una alternativa « ad una contrapposizione tra il Movimento Studentesco da una parte e l'autorità di polizia, l'autorità in generale dall'altra », e quindi un'alternativa « non al Movimento Studentesco ma all'inerzia che ha caratterizzato l'atteggiamento della classe politica nei confronti dell'Università in questi ultimi anni ». È chiaro però che nella realtà delle cose l'attività del Comitatone urta contro gli interessi del Movimento Studentesco, comprensibilmente preoccupato, dal suo punto di vista di gruppo politico organizzato, di conservare la posizione di egemonia che detiene nell'Università. Quindi, quando il democristiano Gino Colombo sostiene che l'obiettivo del Comitatone è quello di « togliere a Capanna il monopolio che si era attribuito e costringerlo a confrontarsi con le forze politiche tradizionali » - esprimendo un'opinione che è anche del comunista Claudio Petruccioli, il quale vuole che « si instauri alla Statale una situazione di corretta vita democratica e di rispetto e di vigore del diritto » -, mette assai bene in evidenza il vero motivo per cui il Comitatone troverà una forte opposizione da parte del Movimento Studentesco. Essendo però tutt'altro che spregevole l'intendimento del Comitatone di instaurare un clima di agibilit~ per tutte le forze politiche e non potendo per altro manifestare dissensi su questo punto senza rendere palese il timore della « concorrenza » di altri gruppi organizzati, il Movimento Studentesco non riesce a trovare di meglio che escogitare insinuazioni poco credibili e molto fantasiose: viene così a sostenere che l'iniziativa sarebbe liberticida, che le firme richieste per ottenere l'assemblea sarebb~ro uno strumento per schedare gli elementi di sinistra, che i galoppini dei partiti potrebbero comprare firme e voti a suon di biglietti da diecimila ed altre assurdità del medesimo tipo. Ora, questa improvvisa reazione, tanto recisa negli atteggiamenti quanto pretestuosa nelle argomentazioni, ha messo definitivamente in luce l'incapacità di dare una seria risposta critica (e forse gli spunti non m~ncavano data una certa labilità delle proposte del Comitatone ). E d'altra parte il logoramento del Movimento che, perdute le caratteristidi originalità dei primi tempi e lasciato allo scoperto dal disconoscimento del Partito Comunista, doveva fatalmente sfociare in questo di72

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