Michele Ributti inutile dedicare la dovuta attenzione alla posizione recentemente assunta dal Partito Comunista, che del Comitatone fa parte (e non in veste di comparsa), nei confronti del Movimento Studentesco e dei gruppi extraparlamentari in genere. Esemplare è in questo senso' un passo della relazione di Berlinguer al comitato centrale del P.C.I. del 7 febbraio: « Non è ammissibile tolleranza alcuna verso le parole d'ordine e gli attacchi sconsiderati e le provocazioni dei gruppi estremisti cosiddetti di sinistra ... Occorre isolare nel giudizio del popolo e dei giovani i responsabili degli episodi di provocazione, operando perché apertamente si esprima la condanna delle 1nasse ... Anche la lotta ideologica e politica va condotta con vigore, senza concessioni ed esitazioni, tenendo conto della crisi profonda che travaglia i gruppetti estremisti per l'assoluta erroneità delle loro presuntuose analisi ed impostazioni ». Dichiarazione, comé si vede, di estrema durezza, nella forma non meno che nella sostanza e che tuttavia non assolve il P.C.I. dalle proprie responsabilità presenti e passate. Dato che non è· ragionevole credere che l'on Berlinguer abbia scoperta all'alba del 7 febbraio 1973 l'erroneità (ed aggiungiamo noi la pericolosità) delle impostazioni ideologiche dei gruppetti extra-parlamentari, il Partito Comunista avrebbe pure dovuto spiegarci perché ha atteso tanto a denunciare alle masse popolari, agli studenti e agli intellettuali di matrice marxista la superficialità delle analisi dei gruppetti, perché non ha additato fin dall'inizio la povertà culturale di quelle teorie di marxismo più o meno esotico che un editore, tanto spregiudicato quanto sventurato, andava diffondendo a basso costo in modo che diventassero l'unico sostrato ideologico delle nuove generazioni. Sono spiegazioni che il P .C.I. non può fornire per il _semplice fatto che ha per lungo tempo subito il ricatto del sinistrismo dei gruppetti e perché ha sempre nutrito la speranza che, sulla lunga distanza, l'estremismo sarebbe rientrato. Così, tra un paterno rimbrotto da un lato e un altrettanto paterno riconoscimento dall'altro («il Movimento Studentesco dell'Università di Milano è senz'altro quello che con più coerenza e maggiori risultati si è sforzato di far sopravvivere l'esperienza del '68 » si leggeva su Rinascita del giugno 1972), il Partito Comunista ha finito con l'avallare, e comunque col non impedire, quell'equivoco ideologico e culturale di cui dianzi si diceva e che tanta parte ha avuto nell'espansione dell'attuale stato di crisi in cui versa l'Università milanese, e non soltanto l'Università milanese. Oggi tuttavia il P.C.I. ha fatto la sua scelta, ha preso decisamente le distanze dal Movimento Studentesco ed ha assunto la veste di custode dello Stato e del Diritto, lanciando anche un appello ai cittadini e ai lavoratori perché isolino estremisti e provocatori nei confronti dei quali 70
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