Nord e Sud - anno XX - n. 160 - aprile 1973

Michele Ributti inutile dedicare la dovuta attenzione alla posizione recentemente assunta dal Partito Comunista, che del Comitatone fa parte (e non in veste di comparsa), nei confronti del Movimento Studentesco e dei gruppi extraparlamentari in genere. Esemplare è in questo senso' un passo della relazione di Berlinguer al comitato centrale del P.C.I. del 7 febbraio: « Non è ammissibile tolleranza alcuna verso le parole d'ordine e gli attacchi sconsiderati e le provocazioni dei gruppi estremisti cosiddetti di sinistra ... Occorre isolare nel giudizio del popolo e dei giovani i responsabili degli episodi di provocazione, operando perché apertamente si esprima la condanna delle 1nasse ... Anche la lotta ideologica e politica va condotta con vigore, senza concessioni ed esitazioni, tenendo conto della crisi profonda che travaglia i gruppetti estremisti per l'assoluta erroneità delle loro presuntuose analisi ed impostazioni ». Dichiarazione, comé si vede, di estrema durezza, nella forma non meno che nella sostanza e che tuttavia non assolve il P.C.I. dalle proprie responsabilità presenti e passate. Dato che non è· ragionevole credere che l'on Berlinguer abbia scoperta all'alba del 7 febbraio 1973 l'erroneità (ed aggiungiamo noi la pericolosità) delle impostazioni ideologiche dei gruppetti extra-parlamentari, il Partito Comunista avrebbe pure dovuto spiegarci perché ha atteso tanto a denunciare alle masse popolari, agli studenti e agli intellettuali di matrice marxista la superficialità delle analisi dei gruppetti, perché non ha additato fin dall'inizio la povertà culturale di quelle teorie di marxismo più o meno esotico che un editore, tanto spregiudicato quanto sventurato, andava diffondendo a basso costo in modo che diventassero l'unico sostrato ideologico delle nuove generazioni. Sono spiegazioni che il P .C.I. non può fornire per il _semplice fatto che ha per lungo tempo subito il ricatto del sinistrismo dei gruppetti e perché ha sempre nutrito la speranza che, sulla lunga distanza, l'estremismo sarebbe rientrato. Così, tra un paterno rimbrotto da un lato e un altrettanto paterno riconoscimento dall'altro («il Movimento Studentesco dell'Università di Milano è senz'altro quello che con più coerenza e maggiori risultati si è sforzato di far sopravvivere l'esperienza del '68 » si leggeva su Rinascita del giugno 1972), il Partito Comunista ha finito con l'avallare, e comunque col non impedire, quell'equivoco ideologico e culturale di cui dianzi si diceva e che tanta parte ha avuto nell'espansione dell'attuale stato di crisi in cui versa l'Università milanese, e non soltanto l'Università milanese. Oggi tuttavia il P.C.I. ha fatto la sua scelta, ha preso decisamente le distanze dal Movimento Studentesco ed ha assunto la veste di custode dello Stato e del Diritto, lanciando anche un appello ai cittadini e ai lavoratori perché isolino estremisti e provocatori nei confronti dei quali 70

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