Argomenti Su di un altro aspetto dello sviluppo dell'industria chimica di base il piano è estremamente preciso: quello del tipo di carica da utilizzare negli stea111-crackers e del dimensionamento dei futuri centri di produzione dell'etilene. Si afferma che la materia prima da impiegare, convenientemente, e la virgin naphtha o il gas naturale, risultando del tutto antieconomiche le cariche di greggio che, tuttavia, rappresentano tecnologie sostitutive messe a punto in considerazione di eventuali sfavorevoli contingenze verificabili nel settore della raffinazione. Da ciò l'assunto, fondamentale nella logica del piano, della stretta complementarietà tra la geografia della raffinazione del petrolio e la geografia della produzione di etilene. Inoltre, ulteriore conseguenza di tale situazione è la crescita dimensionale dei centri di steam-cracking dell'etilene, il cui standard produttivo non dovrebbe essere inferiore alle centomila tonn. annue e orientarsi verso il traguardo delle cinquecentomila tonn. Senonché, una notizia di stampa recentissima, forse passata inosservata, annuncia la messa a punto da parte dell'impresa chimica tedesco-occidentale BASF di un nuovo processo per la produzione di etilene con l'uso di bruciatori a fiamma sommersa che consente di ottenere l'etilene direttamente dal greggio, senza ricorrere a prodotti di raffinazione. Questo nuovo sistema produttivo sarà attuato in Italia, dalla SISAS, una piccola azienda a conduzione familiare che ha degli stabilimenti nei pressi di Milano (Pioltello Limito), e che realizzerà con i nuovi bruciatori almeno centomila tonn. di etilene ed acetilene. Le conseguenze di questa innovazione tecnica sono evidenti: sarà possibile produrre economicamente etilene con impianti di limitate dimensioni che non richiederanno gli enormi sforzi finanziari necessari alla realizzazione dei giganteschi steam-crackers ipotizzati dal piano chimico; le cariche di greggio libereranno l'etilene dalla stretta complementarietà che la lega alle raffinerie, il ché non è poco, sia sul piano geografico, che in rapporto ai crescenti oneri dipendenti dal continuo aumento dei prezzi dei prodotti di raffinazione. Infine, il nuovo metodo BASF consente di utilizzare i medesimi impianti per una vasta gamma di prodotti, aprendo la possibilità alla definizione di piani aziendali di produzione ampiamente flessibili e, quindi, capaci di adattarsi rapidamente al mutare delle situazioni di mercato. La conclusione di tutto ciò che siamo andati fin qui dicendo è la consapevolezza della inattualità delle proiezioni territoriali del piano per la chimica di base, il che, ovviamente, non vuol significare che debba necessariamente cadere l'impostazione meridionalista del documento, ma 65
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