Nord e Sud - anno XX - n. 160 - aprile 1973

Tullio D'Aponte è la realizzazione di circuiti dell'etilene,. di non eccessiva lunghezza, capaci di definire precisi ambiti territoriali a fortissima vocazione chimica. Se ci fosse da fidarsi di queste affermazioni, che nel contesto del piano chimico appaiono come verità messianiche, non ci sarebbe neppure bisogno di sollecitare maggiori informazioni sul contenuto e sulle proiezioni territoriali del futuro progetto per la chimica manifatturiera. Senonché, due o tre avvenimenti di questi ultimi mesi rischiano di svuotare di ogni residuo contenuto lo stesso piano per la chimica di base. Vediamo di cosa si tratta. Innanzi tutto, dopo i primi entusiasmi, il discorso sulla diffusione delle reti di etilenodotti ha subito un notevole ridimensionamento provocato dalle difficoltà insorte nella definizione dei consorzi di produttori che avrebbero dovuto gestire gli steam-crackers consortili e, quindi, la rete degli etilenodotti, e da alcune considerazioni di carattere generale, relative alla geografia italiana dell'etilene, per effetto delle quali si è evidenziato co1ne la configurazione europea delle grandi aree chimiche interconnesse non era che parzialmente applicabile all'Italia. Infatti, soltanto in Sicilia, la realizzazione di un polo chimico nella valle del Belice avrebbe potuto favorire l'in1pianto di un etilenodotto tra la costa occidentale e quella orientale della regione meridionale dell'isola. Nelle altre regioni, gli ostacoli principali sarebbero stati rappresentati dalla notevole distanza che separa i centri di Porto Torres da quello di Cagliari, il che avrebbe reso notevolmente oneroso un etilenodotto attraversante da nord-ovest a sud-est l'intera Sardegna, mentre sul continente le altre due aree chimiche, quella padana orientale e quella pugliese, per motivi differenti, non sembravano suscettibili ·di ulteriori ampliamenti, almeno nel senso che l'interconnessione attraverso etilenodotti comporterebbe. La dilatazione del triangolo Marghera-Ferrara-Mantova non avrebbe assolutamente retto ad un serio confronto con problemi dj tipo ambientale: da considerazioni sull'inquinamento atmosferico a valutazioni sulla congestione industriale di quell'area. Nel brindisino interessi contrastanti della Montedison, chiusa nei confronti del potenziamento di quel centro produttivo, e di altre imprese (essenzialmente Liquichimica) interessate ad un progetto calabro-lucano-pugliese dell'etilene, pur lasciando aperto uno spiraglio per una soluzione di sviluppo, almeno per il momento, costringe ad accantonare ogni progetto di realizzazione di un'area chimica interconnessa a mezzo di etilenodotti. · In sostanza, quindi, uno dei punti qualificanti del piano chimico sembra inattuabile o, quanto meno, destinato ad un futuro di cui, oggi, non s1 intravede alcun concreto riferimento temporale: 64

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