Nord e Sud - anno XX - n. 160 - aprile 1973

Argomenti tivo, anche 'Se qualche sconsiderato avesse voluto riprendere quella vecchia, noiosa, storia sulla difesa dell'ambiente lagunare! Le polemiche che sono sorte intorno a questi concetti sono note e possono riassumersi in un paio di considerazioni. La prima : il Mezzogiorno ha bisogno di investimenti a bassa intensità di capitali, quali non sarebbero gli steam-crackers, per potere utilizzare la sua principale risorsa locale, la manodopera, e fermare l'e1norragia migratoria. La seconda: i grandi impianti petrolchimici integrati non devono essere per il Mezzogiorno delle cattedrali del deserto, ma avere la funzione che è propria delle grandi infrastrutture e che è quella di determinare conzioni (avorevoli per un ulteriore sviluppo industriale incentrato su piccole e medie imprese. Per dare una risposta affermativa a questi semplici interrogativi non ci voleva altro che una serie di iniziative concrete intese a fugare i dubbi più gravi, delle quali, la principale, sarebbe certamente stata la redazione di un piano di massima per la chimica manifatturiera, elaborato in modo da assicurare la saldatura meridionalista tra i due documenti. Senza nulla di ciò, il sospetto di colonialismo più o meno dichiarato non è facile da fugare, anche perché l'industria chimica di base ha sempre avuto la necessità di essere sussidiata e l'occasione del piano chimico non poteva non essere intesa come l'occasione per caricare sui fondi speciali della nuova legge per il Mezzogiorno il peso di tale sussidio pubblico. Ma, c'è dell'altro. Più volte sollecitato sul tema del piano per la chimica manifatturiera, l'Ufficio del programma non usciva mai del tutto allo scoperto, ma quando ci si provava a farlo concludeva con immagini chiaramente poco adatte a corrispondere alla realtà meridionale. Grandi mercati di consumo, fortissimi fabbisogni d'acqua, aree di ricerca, difficoltà ambientali, e simili argomentazioni erano le risposte che lasciavano chiaramente intendere come la meridionalizzazione della chimica 1nanifatturiera fosse poco probabile. Certamente, la cosa non può non stupire profondamente chiunque abbia avuto modo di approfondire lo studio del piano per la chimica di base, proprio perché in quel documento si afferma, a giustificazione di tutta una strategia operativa, che l'etilene e i maggiori intermedi n~n sono economicamente trasportabili, che _sussiste uno stretto nesso tra ubicazione delle raffinerie che trasformano il greggio e localizzazione degli steam-crackers, che l'interconnessione tra produttori ed utilizzatori di etilene è da. favorirsi 1n ogni caso e che il mezzo concreto per attuarla 63

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