I Editoriale Ha ragione Altiero Spinelli quando afferma che l'europeismo dell'Italia, dopo De Gasperi, è diventato sempre più « convenzionale ed astratto». I sintomi di un allarmante nostro distacco dall'Europa non mancano e negli ultimi tempi si sono manifestati con maggiore insistenza e gravità. Se infatti si considerano le infrazioni ai trattati ed ai regolamenti europei, il primato è nostro. A.bbiamo insistentemente richiesto provvidenze comunitarie per il settore agricolo e siamo il solo paese che non abbia ancora inivato a Bruxelles i progetti di legge necessari per poter usufruire di queste provvidenze per la parte che ci spetta. Abbiamo sollecitato la politica regionale e ancora nei giorni scorsi l'on. Malfatti scriveva giustamente e autorevolmente che « per la politica regionale bisogna uscire fuori al più presto dall'età esigenziale »: pare che i Nove vogliano uscirne, ma intanto si è appreso che il nuovo commissario inglese, Thompson, preposto alla politica regionale, ha fatto un giro informativo nei vari paesi della Comunità, rinviando la visita a Roma perché qui « nessun niinistro italiano aveva tempo di riceverlo » nel mese di marzo e nella prima metà del 1nese di aprile. Lo stesso nuovo presidente della Commissione di Bruxelles, il francese Ortoli, non ha potuto organizzare una visita a Roma perché i nostri uomini di governo risultavano troppo indaffarati. E infine è sopravvenuto l'isolamento della lira. A noi sembra che da parte italiana si sarebbe dovuto dire in sede comunitaria, discretamente e fermamente, che le nostre aspirazioni europeistiche sono troppo conformi ai nostri interessi nazionali per essere messe in dubbio; e che tuttavia, .avendo con1.promesso tali interessi con una serie di errori (gli errori denunciati dal sen. Fanfani nel discorso di Caserta), dobbiamo mettere ordine nella nostra situazione economica e finanziaria. Pertanto potevamo chiedere che ci fosse concesso un congruo margine di tempo, come alla Gran Bretagna: ferma rimanendo come nostra fondamentale preoccupazione quella di un riagganciamento al più presto possibile. E invece, intorno al tavolo comunitario, il nostro è stato un atteggiamento presuntuoso, o quanto meno pretestuoso, dal momento che abbiamo preteso di accreditare una proposta italiana come ricetta per tutti, recriminando che gli altri non l'abbiano presa in considerazione come tale e chia111.andoin causa a sproposito gli organi comunitari. Di qui il contrasto sgradevole fra Malagodi e Ortoli, deri3
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