Nord e Sud - anno XX - n. 160 - aprile 1973

Argomenti di un adeguato mercato di capitali in Europa; la sua pratica di più alti saggi di interesse e l'assenza di ogni tipo di controllo sui dollari depositati presso banche europee e circolanti in Europa. Ma a queste, che potremmo definire « condizioni » per il formarsi del « mercato », possiamo aggiungere gli stimoli effettivi al suo affermarsi derivanti- dalla presenza di soggetti che ne alimentano la domanda e l'offerta quali banche centrali, società multinazionali, enti regionali ed istituti di credito al consumo della G.B.. Il tutto si muove nel contesto di un continuo « deflusso » di dollari dagli Stati Uniti visto il permanere del deficit della bilancia dei pagamenti americana. Questi fattori di novità e le interrelazioni tra loro instauratesi sono venuti sottoponendo il sistema monetario internazionale ad una serie complessa di gravi tensioni, le principali delle quali si possono individuare: 1) nella possibilità sempre più concreta di movimenti di capitali speculativi destabilizzanti nei confronti di monete la cui parità è « irrealistica » o supposta tale. La tendenza a mutare la parità solo come ultimo rimedio per l'aggiustamento, la disponibilità notevole di liquidità fornita dal mercato dell'eurodollaro, l'assenza di controlli sui movimenti di capitali sono alla base di tale tensione che si è manifestata ricorrente nel caso di alcune monete (p. es. sterlina, marco e franco); 2) nel ruolo giocato dal mercato dell'eurodollaro che, come ben sintetizza Carli, è un meccanismo che trasmette, amplificandole, le tensioni inflazionistiche o deflazionistiche che si manifestano all'interno degli USA; che avegolando i trasferimenti di fondi da un mercato all'altro, può ostacolare l'attuazione delle politiche monetarie nazionali; che, come abbiamo visto, fornisce i mezzi per finanziare operazioni speculative; che infine contribuisce a diffondere l'impiego del dollaro come moneta di intervento e come moneta di regolamento dei pagamenti internazionali, contribuendo con questo allo sviluppo del commercio internazionale, ma nel contempo ad esaltare i problemi connessi con l'affermarsi di un dollar standard; 3) nel passaggio dal sistema oro-dollaro 8 , in cui il fabbisogno di riserve incondizionate si copre sia con le acquisizioni nette di oro monetario, sia con l'incremento delle riserve in dollari tenuti dai vari paesi; alla situazione che vede la copertura del fabbisogno soltanto nel secondo modo. competitività con le banche europee; le Regulati-ons D e M non prevedevano l'obbligo di un margine di riserva per gli impegni in dollari al di fuori degli Stati Uniti. 8 Cfr. F. Masera, J movimenti di capitali nel quadro istituzionale italiano e internazionale, Banca d'Italia, 1970. 47

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