Nord e Sud - anno XX - n. 160 - aprile 1973

Franco Bosello venuti nella bilancia americana che han provocato il passaggio da un periodo di dollar gap (1945-1960 circa) ad uno di sovrabbondanza di dollari (dal 1960 in poi) per il resto del inondo. Come è noto, il deficit della bilancia dei pagamenti americana è riconducibile al concorrere di almeno un triplice ordine di cause 5 : 1) il progressivo affievolirsi del surplus delle partite correnti, dovuto soprattutto ad un incremento delle importazioni più che proporzionale rispetto a quello delle esportazioni; 2) il rilevante ammontare e la costanza di trasferimenti governativi (per aiuti e spese militari; guerra nel Vietnam) che faticano a trasformarsi in vantaggiose esportazioni di beni e servizi (al di là di eventuali « vincoli », non sempre efficaci); 3) il massiccio deflusso di capitali privati, per investimenti di portafoglio e soprattutto diretti, all'estero. d) Altro fattore di novità che è venuto caratterizzando il campo monetario internazionale di questo dopoguerra è il costituirsi e svilupparsi con ritmo addirittura vertiginoso di quella « piramide di carta » 6 che costituisce il csd. « mercato dell'eurodollaro », identificabile nel complesso di disponibilità intestate a banche, imprese e privati, domiciliati al di fuori degli Stati Uniti. Le cause che han ·portato a questa espansione vertiginosa sia dei depositi in dollari fuori degli Usa sia, ancor più, dagli impegni in dollari (nel 1970 il n1oltiplicatore del mercato dell'eurodollaro si valutava intorno a 2,5 sulla base dei dati della B.R.I.) sono molteplici. Alla radice si può ricordare l'impatto tra le disposizioni, solo di recente mutate, delle Regulations Q, D e M 7 americane e la mancanza 5 Cfr. A. H. Hansen, Il dollaro e il sistema monetario internazionale, Etas Kompass, 1965 (Tit. orig., The dollar and International Monetary System, McGraw-Hill, 1965). 6 Cfr. G. Carli, L'eurodollaro: una piramide di carta?, in « Mondo Economico», n. 13, 1971; per un esame approfondito della tematica relativa all'Eurodollaro citiamo per tutti: AA.VV., L'Eurodollar, Calmann-Lévy, Paris, 1971. Gli « eurodollari », secondo la definizione della Banca dei Regolamenti Internazionali, sono dei « dollari acquistati da banchieri che esercitano la loro attività al di fuori degli Stati Uniti ed impiegati, sia direttamente che dopo essere stati convertiti in un'altra moneta, per concedere dei prestiti a dei richiedenti definitivi» (cfr. Banca dei Regolamenti Internazionali, 35° Rapporto Annuale, Basilea 1965, p. 166). Più in generale si dovrebbe parlare di euromonete poiché parte del totale di queste divise è formato da monete diverse dal dollaro. Agli eurodollari vanno inoltre accostate le «euro-obbligazioni». Esse sono formate da emissioni in dollari per la durata di cinque anni e più 7 Negli Stati Uniti la Regulation Q fissava un limite alla remunerazione che le banche americane erano autorizzate ad accordare ai depositi riducendone quindi la 46

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