Nord e Sud - anno XX - n. 160 - aprile 1973

Cronache parlamentari che a mio avviso sarebbe indispensabile per fare funzionare e rendere concreta questa legge - è un organo autonomo e decentrato ai sensi dell'ultima parte dell'art. 5 della Costituzione, la quale non si riferisce ai Comuni e alle Provincie ma a nuovi organismi di quel tipo che la legge avrebbe dovuto creare. L'organo proposto dovrebbe infatti decentrare e soprattutto rendere autonomi anche i compiti che l'attuale disegno di legge continua invece ad affidare ad organi dello Stato. Con mancanza di fantasia e con il più pigro e lento tradizionalismo si continua invece a pensare soltanto allo Stato e ai Comuni e si giudica un successo affidare ai Coniuni compiti che essi non possono svolgere. Si preferiscono le formule vecchie alle nuove; e si fa accusa di centralismo 1nentre · non si sa o non si vogliono studiare formule nuove di decentramento. Come ho detto, ai vari organis1ni esistenti, ciascuno con la propria competenza, verrà aggiunta la Regione, alla quale vengono affidati il piano comprensoriale ed altri compiti fonda1nentali, in alcuni casi con il concorso di altri organisnii e verranno aggiunti una serie di commissioni e comitati. Temo che l'attribuzione di quelle competenze alla Regione sia sbagliata e ciò non soltanto per la ragione fondamentale già detta che il funzionamento e il non coordina1nento dei compiti e delle decisioni determinerà il ristagno o l'estren1.a lentezza di ogni cosa, ma anche perché affidare compiti così difficili a un organismo appena costituito e non ancora organizzato e attrezzato, comporta gravi rischi di paralisi e di errori: il rischio che gli uffici della Regione facciano la loro esperienza, il loro avviamento e inevitabilmente i loro errori sugli interventi straordinari per Venezia. Da tutto questo deriva il rischio che la vera e concreta portata delta legge si limiti alle opere che lo Stato dovrà direttamente eseguire e ai restauri che i privati faranno nel lirnite ristretto dei trentatré miliardi di contributi; e che per tutto il resto si apra per Venezia una nuova era di lentezze, di disfunzioni, di fazioni e di paralisi. Il pericolo è accentuato dalla macchinosità dei congegni e delle procedure previsti dalla legge, la quale, oltre a tutto, risulta in molti punti di assai difficile comprensione. E non mi soffermo - riservandomi, se lo crederò, di farlo presente direttamente al relatore, che talune disposizini non sono coordinate con altre e che in alcuni rinvii non si è tenuto conto dei commi inseriti e risultano quindi sbagliate e non comprensibili. La seconda gravissima carenza del dis.egno di legge è che esso, dopo tanto parlare che si è fatto, e che si fa, anche in questa sede, sull'esigenza che Venezia non diventi un museo, ,:iulla prevede in merito a ciò che sia possibile fare per assicurare a Venezia vitalità economica e so37

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