Nord e Sud - anno XX - n. 160 - aprile 1973

Bruno Visentint mento per singole anche coraggiose disposizioni, manca a mio avviso di spina dorsale, di indirizzo, su due punti essenziali. Il primo punto riguarda l'attribuzione delle competenze. Rimane infatti la dispersione delle competenze fra il Magistrato alle acque, il Comune, le Sovraintendenze, i vari organi amministrativi, ai quali si aggiunge la Regione veneta e si aggiungono inoltre nunzerosi comitati e commissioni. Sarebbe invece indispensabile, a mio parere, che ai fini degli interventi straordinari che il disegno di legge prevede, tutte le competenze fossero riunite in un unico organo. Si tratta di una somma di problemi di carattere straordinario e del tutto particolari, che pur nella loro diversità e difficoltà hanno oggetto e finalità comuni e che non dovrebbero quindi essere affidàti a organismi molteplici, le cui competenze e funzioni sono di ordinaria amministrazione. Occorrerebbe un centro decisionale unico, che riassuma tutte le competenze per gli interventi per Venezia. Evidentemente non si dovrebbe trattare di un organo al di fuori del controllo parlamentare, come inesattamente è stato detto interpretando malamente e polemicamente la proposta che da anni vado affermando. Per nulla. Si tratterebbe di un organismo, di un ente, di un commissariato straordinario, o qualunque altro nome si volesse dargli, fatto di un presidente e di un consiglio di amministrazione, con designazioni dello Stato, della Regione, dei Comuni e di organismi qualificati indipendenti quali l'Accademia dei Lincei, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, Italia Nostra ed altri che non sarebbe difficile individuare, sottoposto al Governo e quindi attraverso questo al normale controllo parlamentare. Questo era anche il preciso indirizzo ed anzi il fulcro del disegno di legge di iniziativa parlan1:entare relativo a Venezia presentato nella precedente legislatura dai deputati repubblicani. Né la funzione di coordinamento e tanto meno la gestione unitaria saranno svolte dalla Commissione per la salvaguardia di Venezia, che non sarà un ente o un ufficio rna soltanto una commissione che espri1nerà pareri vincolanti sulle materie indicate dal disegno di legge. Si è parlato anche del vizio di centralisnio autoritario che la legge che stiamo esaminando avrebbe e si è parlato di vizio di centralismo autoritario anche nei confronti di quella mia vecchia proposta di un nuovo organismo speciale che rappresenta invece proprio l'opposto. Il fatto è che mi pare che tutti facciano molta fatica ad uscire dagli schemi tradizionali, oramai vecchi, di concorso e spesso di contrapposizione, fra lo Stato e i suoi organi da un lato e i Comuni dall'altro, con le relative transazioni e spartizioni. L'organo che io a suo tempo ho proposto e che era nel disegno di legge presentato dai repubblicani nella precedente legislatura - organo 36

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