Nord e Sud - anno XX - n. 160 - aprile 1973

Bruno Visentini margine di guadagni, con il porto comrnerciale, con alcune attività produttive anche di una certa importanza, con alcune nuove e per quel tempo originali attività culturali e scolastiche, con gli uffici amministrativi e giudiziari a campetenza regionale, co1ne centro commerciale al quale confluivano dalle diverse città minori del Veneto gli acquisti più qualificati, e come città residenziale di un ceto ancora abbastanza forte di proprietari agricoli. Agivano in questo senso, oltre che ragioni che si richiamavano a un certo tipo di struttura sociale, anche motivi psicologici e il prestigio storico di Venezia di fronte alla terraferma. Tutto questo è venuto meno. Ed è venuto meno anche e in gran parte proprio per il mirabile sviluppo economico e sociale che ha avuto il Veneto negli ultimi venticinque anni: sviluppo che è avvenuto, sia osservato per inciso, senza alcun aiuto dallo Stato e senza incentivi e senza iniziative delle partecipazioni statali. La creazione della zona industriale di Marghera, l'ingente sviluppo di Mestre e, come dicevo, lo sviluppo economico del Veneto e nell'ambito di questo la posizione di grande rilievo assunta da Padova, hanno determinato o accelerato lo spostamento delle attività produttive e delle attività economiche sulla terraferma. Anche le rappresentanze e le organizzazioni commerciali delle grandi imprese nazionali, che prima erano insediate a Venezia, sono state trasferite per la maggior parte o a Mestre o a Padova. Potrei nominarne diverse. Lo sviluppo di altri centri importanti del Veneto, le grandi strade di comunicazione, i mezzi di trasporto, hanno tolto a Venezia anche le residue funzioni di centro qualificato di acquisti e di centro di funzioni professionali che, come ho detto, aveva rappresentato per il Veneto. La frequenza del fenomeno delle acque alte e il deteriorarsi delle abitazioni, anche per i costi elevatissimi delle manutenzioni, hanno aggravato il fenomeno dell'esodo da Venezia di uffici, direzioni amministrative, rappresentanze e di una parte importante della popolazione. L'esame di ciò che è avvenuto e un realistico esame della situazione - un esanze che non rincorra formule o sogni, ma che cerchi di individuare la realtà - · porta quindi a riconoscere due punti. Il primo punto è che lo sviluppo di Marghera e di Mestre non ha giovato e non giova in nessun modo alla sopravvivenza economica e sociale di Venezia. Gli insediamenti industriali di Marghera fanno capo, nella grandissima maggioranza dei casi, a centri direzionali che non stanno a Venezia, bensì nella stessa Mestre e più ancora a Milano, a Roma, a Padova e in altri luoghi d'Italia. Voler ritrovare la sopravvivenza di Venezia nello sviluppo di Mestre e di Marghera e nel mantenimento di Venezia, di Mestre e di Marghera in unico comune, significa 32

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