Cronache parlamentari I meno lo stesso oggetto dell'intervento. Dobbianio agire ed imporre le soluzioni agli interessi, anche potenti, che eventualtnente si oppongano. Tuttavia la battaglia non sarà facile perché gli interessi di vario tipo, politici ed economici, troveranno sen1pre qualche tecnico disposto a farsi loro avvocato. Sul punto della difesa dal mare prendo atto di quanto ha dichiarato all'Unesco a Parigi il 25 gennaio scorso a nome del Governo italiano l'on. Ferrari Aggradi, che ha affermato la soluzione del restringimento di tutte e tre le bocche di porto (Lido, Malamocco e Chioggia) e della regolamentazione manovrata con chiuse mobili per tutte e tre: ed è su questa assicurazione, e su altre che chiedo, che darò il mio voto a questa legge. Complesse, per la natura stessa dell'argomento, sono le risposte ai problevni, indubbiamente difficili, di ordine economico e sociale. Sarà subito bene sgombrare il terreno da una banalità polemica che ricorre di frequente: quella che si voglia fare di Venezia un museo o una città morta. La banalità non ha nemmeno il pregio della novità, perché tra la fine del secolo scorso e l'inizio di questo, essa fu il luogo comune con il quale venivano combattuti, spesso da interessi potenti, i tentativi di Pompeo Molmenti di salvare questo o quel monumento veneziano e di difendere la laguna: e può essere istruttivo e ancora attuale rileggere gli scritti del Molmenti raccolti, con a.nzpi stralci di quelli dei suoi avversari nel volurne « I nemici di Venezia » che è del 1924. E medesima banalità fu alla base della carnpagna non disinteressata che i giornaletti fascisti di Venezia e alcuni servizievoli personaggi fecero negli anni successivi al 1922 a favore del ponte carrozzabile, come allora si continuava a dire, e per l'estensione della zona industriale di Marghera e gli scavi nella laguna. Nessuno può pensare e certo non lo penso io che Venezia debba essere un vnuseo, né una città morta, né la residenza stagionale o il ritrovo occasionale delle vacanze o dei passatempi di un ceto abbiente, necessariamente limitato, estraneo alla città e comunque non legato ad essa da vincoli reali. Anche perché questo significherebbe distruggere Venezia anche sotto il profilo monumentale. Venezia infatti non è una città con dei monumenti o con un quartiere monumentale. Venezia è nel suo complesso un unico monumento e di essa è parte essenziale la così detta edilizia minore abitativa: e ciò non soltanto come tessuto connettivo dei monumenti, ma come sostanza della città quanto gli stessi monumenti e torse ancora di più. E questa così detta edilizia minore non può sopravvivere vuota di contenuto, non può sopravvivere per volontà esterna, per legge, per regolamento o per iniziativa. pubblica, ma sopravvive soltanto per la· presenza di una popolazione attiva, per le necessità di chi 29
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