Bruno Visentìni sul mare, e quindi a sud di Chioggia, con diretti collegament'i stradali con Padova: e teniamo presente che allora non esistevano le attuali attrezzature portuali e industriali di Ravenna. Ed è parin1enti chiaro che un porto ed una zona industriale devono essere localizzati a valle della città, come è per Amburgo, per Rotterdam, e per ogni altro porto importante. Venezia, che è Venezia, è l'unico caso in cui il porto industriale è alle spalle della città. Così avendo fatto il porto sulla laguna, anziché sul mare, si manifestò sin dall'inizio la necessità di portare il mare al porto, con progressiva apertura della laguna al mare; ed essendo il porto industriale alle spalle della città il mare fu portato alla città e questa necessità si è andata esasperando negli ultimi anni, anche in relazione al tipo di industrie che hanno trovato sede a Marghera e all'aumento ingente del tonnellaggio delle navi. Ne derivarono così la devastazione di una parte importante della laguna, l'inquinamento della laguna, l'inquinamento atmosferico, la frequenza enorme1nente aumentata delle alte maree e l'accentuarsi dei fenomeni di esposizione della città al n1are (derivanti in verità anche dal concorso di altre cause) e il fenomeno della subsidenza, deterniinato soprattutto dal pompaggio dell'acqua dal sottosuolo per le necessità delle industrie della terraferma. Non credo che in questa sede sia il caso di ripetere cose già accertate e note. Quali siano le cause del rnale, è stato indjviduato in modo che non consente più dubbi o contestazioni. Chi volesse ancora tentare di farlo sarebbe subito e facilrnente smentito: come è avvenuto anche in occasione dell'esame di questa legge con le precise dichiarazioni fatte il 5 dicembre scorso in Commissione da Roqerto Frassetto, Direttore del Laboratorio per lo studio della dinamica delle grandi masse. A lui va espresso il ringraziamento per l'opera di ricerca scientifica e di impegno pratico che egli svolge oramai da diversi anni in particolare sui problemi della subsidenza nel centro storico, sulle cause dell'«acqua alta » e i relativi metodi di difesa e sugli inquinamenti. Il dottor Frassetto è stato, anche in quella occasione, 1nolto chiaro ed esplicito, nel rigore scientifico della sua esposizione. E pochi giorni dopo, il 25 gennaio scorso, egli ha ripetuto la sua esposizione a Parigi, all'Unesco. Ma individuate le cause, vi sono le possibilità di rirnedio, almeno per una parte dei mali: negare i mali e negare le cause, co,ne da parte di taluno avviene, significherebbe soltanto voler continuare la distruzione. Noi dobbia111-oinvece prendere atto di quanto allo stato attuale della scienza e della tecnologia è possibile fare, ed attuarlo. Non possiamo aspettare di più, confidando che fra dieci o vent'anni vi possano essere altri mezzi di intervento: perché è probabile che aspettando venga 28
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