Nord e Sud - anno XX - n. 160 - aprile 1973

CRONACHE PARLAMENTARI Il senso di Venezia di Bruno Visentini ,1Signor Presidente, onorevoli colleghi, parlare di Venezia è nzolto difficile. L'argonzento è complesso, per gli aspetti tecnici che presenta e per i problemi di ordine economico e sociale eh.e pone. Parlare di Venezia presenta molti rischi: il rischio di cadere nella retorica, quello dei propri ricordi personali e dei propri affetti familiari e quello di farsi prendere ed imprigionare dal proprio bagaglio culturale. D'altro canto Venezia è un prodotto della cultura, se per cultura si intende, come è, la capacità che ha l'uomo, e soltanto l'uomo, di modificare con il suo intelletto e con la sua volontà l'esterna realtà delle cose e di creare una realtà diversa. « Ville con tre nature » la chia1nò Chateaubriand nel 1833; e tredici secoli prima Cassiodoro, rivolgendosi ai. fuggiaschi di Aquileia insediati sulle quattrocento piccole isole attorno a quella che sarà più tardi Rivo Alto, esclamava « hic vobis aquatilium avium more domus est »: e poche espressioni hanno bene sintetizzato co1ne queste il carattere di Venezia quale frutto unico della capacità creativa dell'uomo. D'altro canto ancora, soltanto la cultura, intesa in questo caso come documento del passato, ci consente di aff ermàre, nei limiti in cui la parola può tradursi nella nostra mente in inzmagine, alcuni aspetti di Venezia oran1ai definitivamente distrutti. Oggi noi consideriamo normali le brutture della parte occidentale di Venezia, dove la città insulare è stata collegata alla terraferma dai ponti e dove, nella riva di fronte, la laguna è stata colmata e distrutta per far posto alla petrolchimica e alle raffinerie. Soltanto la lettura dei memorialisti, degli scrittori e dei viaggiatori nei secoli che vanno fino ai primi decenni dell'ottocento ci fanno intuire il fascino della traversata della laguna e dell'arrivo a Venezia città insulare senza alcun collegamento alla terraferma, la grazia dell'ingresso a Venezia per Cannaregio e la maestà dell'ingresso per quella parte del Canal Grande tra Santa Chiara e gli Scalzi oggi orrenda,nente sconvolta, mutilata e de1 ' Testo dell'intervento pronunciato alla Camera dei Deputati nella seduta del 27 febbraio 1973. 26

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