Pasquale Saraceno della produzione di beni primari che essa non consuma. Anche contro questi rischi una tale economia è del tutto indifesa; essa dipenderà in altri termini dalla congiuntura dei Paesi in cui vende i propri prodotti e dalle misure congiunturali che quei Paesi prenderanno. È il destino, come sappiamo, di tutte le economie sottosviluppate. Il Mezzogiorno è però ben lontano, è forse superfluo dirlo, da una situazione tanto arretrata; esso è però anche lontano, in misura forse non minore, da quelle strutture pienamente industrializzate cui .si riferiscono i congiunturisti quando trattano di variazioni congiunturali e di misure volte a contenerle. Va in primo luogo osservato che, pur non potendosi più dire una economia propriamente agricola, il reddito agricolo che è poco esposto a variazioni congiunturali rappresenta nel Mezzogiorno una quota del proprio reddito totale notevolmente più alto di quella rilevabile nelle altre regioni del Paese: 18-19% nel Sud, 7% nel Centro Nord. Quanto al resto della economia meridionale, essa si caratterizza per il fatto che la spesa pubblica - ordinaria e straordinaria - ne costituisce una determinante avente peso ben maggiore che nel complesso delle altre regioni italiane; quantificare questo scarto tra Centro Nord e Sud non è sen1plice e per di più è operazione che dà luogo a risultati molto opinabili. Ma ai fini di questa breve esposizione è sufficiente rilevare l'imponenza nel Mezzogiorno, di un fenomeno - la spesa pubblica - il cui andamento non è influenzato dalla congiuntura; per quanto riguarda il 1973 è solo da tener conto del- fatto che, a motivo dej primi effetti prodotti dall'azione della Cassa conseguente alla legge 10 ottobre 1971 n. 853, la spesa per opere pubbliche avrà nel 1973 una certa espansione rispetto al 1972. Questi effetti si manifesteranno però per un 25/30% presso le industrie del Centro Nord, fornitrici di materiali, macchine e strumenti richiesti dalla esecuzione delle opere. · Resta infine l'industria; anche qui è da prevedere un andamento difforme da quello del Centro Nord. Premesso che il reddito industriale, che più subisce alterazioni congiunturali, è nel Mezzogiorno pare al 28% del totale contro il 43% nel Centro Nord, occorre ricordare che è mancata nel Mezzogiorno quell'espansione di medi e piccoli impianti che si contava avesse luogo già dopo trascorsi pochi anni dall'inizio dell'intervento straordinario; gli impianti di grande dimensione, sia in esercizio sia in costruzione, rappresentano quindi 16
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