Girolamo Cotroneo raison illuministica) resta sempre il motivo di fondo del discorso di Matteucci; e accanto a questa, il privilegio al momento umano, contro la tendenza, sempre più diffusa nel nostro tempo, a rivendicare contro di esso, « come degne di scienza, soltanto le strutture». Matteucci può così concludere che, ove non si sia avvertiti di questo, « si rischia di vedere nel liberalismo non un ' umanesimo ', ma soltanto una tecnica di organizzazione del potere ». Queste ultime precisazioni, unite a quanto abbiamo detto sopra, hanno soprattutto il significato di volere evitare, respingendola, qualsiasi interpretazione « quantitativa » del discorso di Matteucci, anche in quei punti dove esso sembra talora prestarsi. A questo punto - non avendo nessuna intenzione di entrare nel merito delle analisi del Matteucci, di discutere le soluzioni pratiche (fra le quali merita la massima attenzione quella del « piccolo governo ») da lui presentate, e con le quali cerca di individuare gli spazi che la società odierna concede ancora al liberalismo e la maniera concreta di allargarli -, a questo punto, dicevamo, il nostro discorso potrebbe considerarsi concluso. Tuttavia una precisazione ci pare ancora obbligatoria: essa riguarda le parole con cui Matteucci conclude la breve prefazione al suo libro, là dove egli dice di sperare che al lettore risulti evidente che esso « non intende assolutamente essere una difesa della democrazia liberale, quale oggi esiste in Italia, che tutti - chi più e chi meno - abbiamo contribuito a rendere sempre meno credibile ai giovani, al punto che essa non è più capace di suscitare autentiche passioni in grado di difenderla dai nemici esterni e sopra tutto dai nemici interni». Potremmo anche sottoscrivere questa dichiarazione, dopo avere tuttavia chiarito, a scanso di qualsiasi equivoco, che tutto ciò è valido soltanto a patto che nessuna, ma nessuna, delle libertà di cui oggi, bene o male, godiamo, sia messa in discussione o addirittura soppressa in nome di ipotetiche libertà future. Allargamento degli orizzonti della libertà, partecipazione più larga, sempre: ma giammai a patto di rinunciare « temporaneamente » a nessuna di quelle libertà di cui la democrazia liberale oggi esistente in Italia ci consente di usufruire. GIROLAMO COTRONEO 14 BibliotecaGino Bianco
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