Letteratura diffondere, a livello culturale, quella che è stata polemicamente definita l' « ideologia della ricostruzione ». Il tema del rinnovamento della cultura, il suo accostarsi alla realtà sociale, su cui essa è chiamata ad esercitare la sua influenza, i concetti di « Umanità» e di « Progresso », il tentativo di conquistare il popolo alla cultura diventano il tramite di mediazione dell'esigenza della ricostruzione nazionale 2 4bis. In questo c]ima storico-ideologico nascono alcuni racconti, inclusi nella prima parte di N on1e e lagrime, improntati al tema dell'impegno antifascista. In essi si possono fissare alcuni nuclei ideologici tipici della maniera di concepire e fare letteratura non solo di Vittorini, ma anche dei più rappresentativi esponenti della narrativa resistenziale impegnata (da Levi a Pratolini). Uno di questi nuclei è l'ideologia dell'uomo tanto più uon10 quanto più offeso ed un1iliato. Questo concetto, già presente in Conversazione in Sicilia, si esplicita in Vomini e no e ne1 contemporanei Il quartiere di Vasco Pratolini e Cristo si è fermato ad E boli di Carlo Levi. In Uornini e no, prototipo del romanzo della Resistenza, l'aperta ed esasperata denuncia del male e dell'offesa assume quasi un tono evangelico nell'assegnare maggiore autenticità umana agli umili e ai deboli di fronte ai potenti e agli oppressori. Proprio in difesa degli u1nili e del riscatto della loro dignità umana, il protagonista del ron1anzo Enne 2, un intellettuale borghese divenuto partigiano, si butta a capofitto nella lotta al male (identificato col fascismo), cercando in realtà in tale lotta una sua disperata ragione di vita, una soluzione alla sua angoscia e alle sue delusioni: « Mica c'era solo combattere e sopravvivere. C'era anche combattere e perdersi. E lui faceva questo con tanti altri che l'avevano fatto, non avrebbero potuto dire di lui che l'aveva voluto. Avrebbero potuto dire soltanto quello che lui aveva detto. Che essere in gamba era un buon rimedio » 25. Alla struttura stilistica e ideologica di Uomini e no ci richiamano appunto i sopracitati racconti della prima parte di Nome e lagrime. Ritroviamo qui la categoria dell'uomo, a livello « univers,alistico » (già persuasivamente analizzata e rintracciata da Asor Rosa nelle opere più famose di Vittorini) 26 , in una struttura letteraria che ripresenta le ossessionanti iterazioni ,proprie del velleitarismo e delle forzature intellettualistiche di Von1ini e no: « ' A Madrid ' Bolaffio disse. In Spagna, a Madrid? 'Sì, e a Bilbao'. In Spagna e a Bilbao? 'E a Guernica '. Bolaffio disse. In Spagna, a Guernica? ' In Spagna' Bolaffio disse. 'A Santader e San Sebastiano'. 'Dunque eravamo spagnoli '. ' Certo che lo siamo ' disse Bolaffio. 'Siamo anche cinesi' Manuele disse. Eravamo anche cinesi? ' Cinesi anche' Molina disse. Ed eravamo in Cina, non a Milano? ' A Sciangai ' Manuele disse. In Cina, a Sciangai? ' Sì e 24bis Per il nodo di problemi di quegli anni riman<lo a Romano-Luperini, Cli intellettuali di sinistra e l'ideologia della ricostrùzione. Edizioni di Ideologie, Roma, 1971. 25 Elio Vittorini, Uomini e no, Milano, Bompiani, 1949, p. 21. 26 Alberto Asor Rosa, Scrittori e popolo, cif. (cfr. specialmente i capp. Dalla prima alla seconda guerra e La Resistenza e il Gramscianesimo ). 119
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