Agricoltura e Mezzogiorno Nell'ambito dei P .B.M. esiste peraltro una notevole diversità per ciò che riguarda la dipendenza del loro commercio estero dagli acquisti comuni tari. Nel 1968, da un rapporto della Con1missione, la e.E.E. importò dai P.B.M. merci per 4,5 rniliardi di dollari, di cui il 25% era costituito da prodotti agricoli (il grosso essendo costituito da prodotti petroliferi e da minerali non metallici); da tali dati è stato possibile effettuare la seguente classificazione: a) paesi fortemente dipendenti (importo agricolo comunitario non inferiore al 50%): Spagna, Grecia, Marocco; b) paesi dipendenti (importo tra il 25 e il 50%): Portogallo, Jugoslavia, Turchia, Tunisia, Israele; c} paesi mediamente dipendenti (importo tra 10 e 25%): Albania, Algeria, RAU, Cipro; d) paesi scarsamente dipendenti (importo inferiore al 10%): Malta, Libia, Libano, Siria. Gli accordi in vigore o in corso dj negoziato dispongono in complesso di riduzioni doganali nel settore agricolo dell'ordine del 40 e del 50%> e si applicano ad un numero limitato di prodotti (soprattutto agrumi, vino, tabacco, olio di oliva). Per gli altri prodotti, di scarsa importanza, le riduzioni tariffarie sono del 100% (es.: uva secca). I prodotti agricoli acquisteranno sempre maggiore importanza nelle esportazioni di questi paesi nella Co1nunità allargata; infatti, l'aliquota di questi prodotti nelle loro esportazioni complessive verso i nove Paesi raggiunge in media il 50% ed in taluni casi persino il 60%. Sarebbe quindi praticamente da escludere la possibilità di creare con questi paesi una zona di libero scambio che non comprenda anche i più importanti prodotti agricoli. La Commissione della CEE ritiene che un illimitato disarmo doganale per i prodotti industriali sia praticamente inaccettabile se non si cerca contemporaneamente di attuare un certo equilibrio mediante l'introduzione di determinati prodotti agricoli. Questi problemi, nondimeno, possono essere risolti soltanto gradualmente ed a condizione che siano attuati ordinamenti di mercato per la maggior parte dei prodotti. Per quanto riguarda il settore agricolo, la Comunità potrà fare in una prima fase soltanto limitate concessioni ed i paesi partners dovrebbero accordare alla Comunità una adeguata contropartita da concordare, ma comunque compatibile con il loro livello ~i sviluppo e la loro struttura produttiva . .Sulla base delle esperienze acquisite potrebbero essere ela109
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