Nord e Sud - anno XX - n. 160 - aprile 1973

Agricoltura e Mezzogiorno razione, incentivati al massimo, resi pubblici jn determinati casi, potranno attuare e favorire l'associazionismo. Ma resta, alla base di ogni possibile cambiamento, una modifica del costun1e, che attinga alla fiducia nella rappresentanza liberamente scelta, confidi ed affidi ad essa interessi erroneamente conservati in gelosa riservatezza, sia disposto a consentire qualche perdita iniziale pur di raggiungere un grado di sicurezza finale, rinunci alla speculazione del momento che si rivela, troppo spesso, vuota e deludente furberia. Solo così si sono costituite le poche associazioni che an1miriamo anche da noi, nel campo olivicolo e vinicolo; solo così sarà possibile affrontare il piu difficile, perché articolato e mutevole, mercato dei prodotti ortofrutticoli. È ovvio che in questa azione ogni razionalità di indagine previsionale e di conoscenza ampia va posta, è ovvio che l'azione va sorretta da assistenza e servizi sistematici, solo in parte ripagabili, è ovvio che si possano tentare nuove strade di approccio diretto al consumo, anche a costo di sacrificare gli interessi dei mercati locali. Ed è auspicabile che un consistente sostegno venga da una fonte finanziaria pubblica, quale potrebbe essere, in partecipazione maggioritaria o minoritaria ad alcune in1prese, la Società Finanziaria Agricola per il Mezzogiorno (FINAM). Questo contesto, troppo sommario e certamente incompleto, di indirizzi e di provvidenze, accompagni pure le riforme delJe azioni co1nuni della C.E.E. e ne integri gli effetti, garantendole il buon fine degli investimenti. Nelle prospettive del Mezzogiorno non puo, infine, dimenticarsi la particolare situazione di concorrenzialità delle produzioni tipiche con quelle dei Paesi del Bacino del Mezzogiorno, che potrebbe influire negativamente nel prossimo futuro. · Sarà forse bene compiere una analisi, sia pure fugace per una esatta conoscenza del1e implicazioni a venire. La volontà delle Comunità Europee di instaurare relazioni commerciali con i Paesi del Bacino del Mediterraneo (P.B.M.) data dalla fondazione della Comunità stessa. Nei Trattati di Roma è infatti contenuto un cenno alla possibilità di associazione con paesi del P.B.M. quali j} Marocco e la Tunisia. È comunque a partire dal 1962, anno dell'accordo di associazione della Grecia alla Comunità che Ja politica mediterranea della C.E.E. acquistò un'effettiva operatività. 107

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