Nord e Sud - anno XX - n. 160 - aprile 1973

Agricoltura e Mezzogiorno che, dal livello politico, nel quale è stato condotto, dovrà ora scendere ai livelli regolamentari e legislativi. Non è concepibile che, a differenze così sostanziali come quelle constatabili ed alle quali si è accennato, della nostra economia agricola rispetto all'agricoltura del Centro Europa e padana, non corrisponda una specializzazione di strumenti e di entità di interventi; altrimenti, come è già dimostrato nell'applicazione isovalente di altre leggi nazionali, il solco delle differenze si approfondirà sempre più, anche se qualche beneficio sfiorerà un ritardato progresso civile. Che questa regionalizzazione conservi agli interventi un potere di influsso su econon1ie aziendali vitali e trascuri la grande beneficienza degli incentivi indiscriminati, a scopi sociali, è anche un principio da poter ammettere nella filosofia comunitaria, quando sia accompagnato da altre provvidenze che l'apposito Fondo sociale faccia proprie e sostenga. I mezzi finanziari della Comunità sono però una sola componente delle esigenze del Mezzogiorno. Vi è chi ha calcolato che, con ottimismo, un terzo delle risorse stanziate dalle tre direttive fluisca verso l'Italia. Sarebbero poco più di 170 miliardi di cui per legge il 40%, 68 miliardi andrebbero al Mezzogiorno. L'integrazione italiana sarebbe di tre volte. Ciò malgrado in cinque anni, sono 56 miliardi all'anno di cui disporrebbe il Mezzogiorno; molto meno di quello che si aveva sommando gli stanziamenti ordinari e quelli straordinari che vanno ormai ad esaurimento. È quindi evidente come l'azione comunitaria vada accompagnata da un'azione di sviluppo aggjuntivo che faccia capo all'apposito fondo di cui all'art. 9 della Legge finanziaria regionale (fondo di sviluppo) e sia ivi specificata per l'agricoltura. Quest'anno sono stati, se non erro, soltanto 20 miliardi. Ben altri bisognerà trovarne per colmare gli appelli di una sistemazione che si fa di anno in anno più manifesta. Vi è poi l'esigenza di mqbilitare questi fondi, che in un mondo culturalmente arretrato non si impiegano spontaneamente, e soprattutto con efficacia di intenti e di risultati. Vi è cioè l'assillo di trovare una risoluzione alla costituzione ed alla efficienza degli strumenti operativi, di quei servizi agricoli che abbiamo lasciato in1poverire e non abbiamo mai adeguato. Siano gli Enti di Sviluppo. siano altri organismi delle Regioni, occorre una organizzazione capillare di promozione e di guida, della quale esistono solo nuclei esemplari, ma che va considerevolmeJ?.te ampliata, qualificatamente specializzata, .capillarmente insediata ed operante. L'assistenza tecnico-gestionale, accompagnata e strettamente aderente al sistema creditizio e, quando occorra, alla partecipazione finanziaria di mano pubblica, pare la formula sperimentalmente già provata. 105

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