Nord e Sud - anno XX - n. 159 - marzo 1973

(Continuazione della Tabella 4a) Settori Servizi Telecomunicazioni Radiotelevisione Altri Totale Infrastrutture e costruzioni Banche finanziarie Totale generale Autori vari 1960-63 + 3,5 + 0,4 + 0,1 + 4,0 + 0,5 + 0,6 +12,1 1964-67 +1,9 +0,1 -0,1 +1,9 +0,3 + 7,1 1968-71 + 2,9 + 0,1 + 0,2 + 3,2 + 1,0 + 0,4 +35,2 1972-75 + 4,4 + 0,2 + 4,6 + 0,2 +36,6 Esaminando l'evoluzione settoriale degli investimenti complessivi, i principali cambiamenti che si notano nei programmi relativi al 1972-75 riguardano un nuovo massiccio sviluppo della siderurgia, il raddoppio degli investimenti nelle telecomunicazioni, il consistente aumento degli investimenti nel settore delle infrastrutture e costruzioni. In termini di occupazione tutto ciò significa un incremento lievemente inferiore a quello del periodo 1968-71, pari a 836.000 addetti, contro un ammontare totale di investimenti che negli stessi periodi è passato da 3.695,3 miliardi a 5.564 miliardi. Queste cifre non sembrano testi1noniare un maggiore impegno nei confronti della ricerca di nuovi settori produttivi, né un maggiore contributo alla soluzione del problema dell'occupazione. Se poi si ritiene che è questo il tipo di investi:i;nenti necessario per attirare le imprese private e creare migliori basi per la competitività internazionale occorrerebbe per lo meno documentare meglio una tale conv1nz1one. Passando ai dati relativi al Mezzogiorno, si nota come qui venga a concentrarsi la quasi totalità degli investimenti previsti per la siderurgia, mentre nel resto del paese si concentrano gli investimenti nei servizi. Per il resto non sembra di notare scelte settoriali particolarmente rilevanti per lo sviluppo del Mezzogiorno, a parte la contrazione degli investimenti nel settore della meccanica a cui non corrispondono sviluppi sostitutivi. In termini di occupazione diretta i nuovi investimenti porteranno nel periodo 1972-75 un incren1ento analogo a quello del. periodo 1968-71, nonostante gli investimenti totali presentino un. aumento di circa 1.000 miliardi. Anche per il Mezzogiorno non ci sembra di notare un cambiamento di strategia da parte del principale gruppo appartenente alle partecipazioni statali. 94

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