Nord e Sud - anno XX - n. 159 - marzo 1973

Argomenti pubbliche abbiano fornito allo Stato quelle possibilità di ·manovra nel settore industriale che si auspicavano. Vi è un principio che viene continuamente richiamato per rivendicare l'autonomia delle imprese pubbliche: il rispetto del critr:;rio di economicità, che sarebbe strettamente legato alla natura stessa delle attività che esse svolgono e le svincolerebbe, pertanto, da un controllo dello Stato che vada al di là di una generica approvazione dei loro programmi. Questo è quanto si trova affermato negli stessi documenti della programmazione (vedi Progetto 80 e Bozza di programma 1971-1973), dove accanto alla solita affermazione di principio sul fatto che le imprese pubbliche costituiscono uno strumento diretto per l'attuazione della politica industriale, si trova una regolamentazione che non le differenzia sostanzialmente dalle altre grandi imprese private limitandosi a prevedere l'approvazione dei programmi di investimento e dei mezzi _diprovvista delle ri_sorse finanziarie e la loro verifica annuale. Dovrebbe esservi, viceversa, un modo diverso di gestire l'impresa pubblica rispetto a quella privata e dovrebbe essere proprio lo Stato attraverso la programmazione economica ad indicare quale esso sia. Chiediamoci per un momento se il principio di economicità esclude veramente ogni interferenza dello Stato nello svolgimento delle attività delle imprese pubbliche. Esso la esclude certamente se questa interferenza assume le forme di una pressione di tipo clientelare, se porta alla burocratizzazione delle imprese pubbliche, se impone di sviluppare attività non redditizie. Il principio di economicità non comporta, tuttavia, necessariamente il principio del massimo profitto. Pertanto, senza violarlo lo Stato può indicare quali sono le sue preferenze in termini di sviluppo settoriale e regionale, in termini di politica salariale, di rapporti internazionali e così via. Le imprese pubbliche devono recepire questi indirizzi e rispondere allo Stato sul modo in cui li hanno realizzati, nell'ambito e entro i limiti posti dalla redditività della loro gestione. In conclusione, ci sembra di potere affermare che affinché le imprese pubbliche divengano uno strumento effettivo di programmazione, o in generale di politica economica, è necessario sottoporre a sostanziale revisione i principi éhe fino ad oggi hanno regolato i loro rapporti con lo Stato. Si giunge così a un altro aspetto delle critiche che vengono mosse alle imprese pubbliche, il quale discende direttamente da quella mancanza di indirizzo e controllo. da parte dello Stato messa in luce precedentemente ·dalla loro incapacità di svilupparsi secondo una linea di89

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==