Nord e Sud - anno XX - n. 159 - marzo 1973

Un diverso futuro per il Mezzogiorno di Filippo Scalese (da « Il Globo») Quale sviluppo è ancora possibile nel 1\11ezzogiorno d'Italia, considerato che l'industria è causa di grave, progressivo inquinamento e che le stesse fonti di energia cominciano a difettare? È possibile continuare a discutere del problema meridionale partendo dalle consuete impostazioni, oppure si profila la necessità di operare una radicale revisione elaborando una nuova strategia dello sviluppo, inserita in una più vasta strategia della sopravvivenza? Sono domande poste da Ugo Leone in un meditato articolo pubblicato sull'ultimo numero di « Nord e Sud»; esse ripropongono in termini nuovi un antico e irrisolto problema della società italiana, e nello stesso tempo, riflettono il disorientamento che si è diffuso ovunque da quando si è presa coscienza che lo sviluppo tecnologico - considerato da sempre un insostituibile creatore di « benessere » - è diventato il principale responsabile dei guai della società contemporanea. Le conclusioni del raporto M.I.T. (Istituto di Tecnologia del Massachusetts) sono note: se l'espansione economica continuerà con i tassi attuali, ogni possibile ipotesi circa « i diversi futuri » dell'umanità configura una diversa catastrofe di tipo malthusiano. Soltanto l'ipotesi con « sviluppo zero » secondo la quale, cioè, i tassi di crescita della popolazione e dell'espansione economica tendano allo zero, consente prospettive meno pessimistiche per le future generazioni. Sula stampa italiana queste dra1nmatiche « rivelazioni » hanno trovato scarso spazio e distratti commenti. Peggio ancora le conclusioni del M.I.T. sono state frantumate nelle loro principali componenti - esattamente il contrario della metodologia usata dai-ricercatori americani, i quali hanno cercato viceversa di pervenire ad una visione globale del futuro umano -, con gravi conseguenze di ordine teorico, perché l'intera questione è stata deformata e resa incomprensibile; e di ordine pratico, perché l'opinione pubblica è stata convinta, e diremmo quasi rassicurata, che, una volta risolti i problemi dell'inquinamento - con nuovi ritrovati tecnici o con leggi più efficaci - e quelli dello squilibrio crescente tra popolazione mondiale in aumento e risorse in diminuzione - con nuove fonti di energia, alimenti sintetici, sterilizzazione etc. -, tutto sarà sistemato e le cose andranno bene come pnma. 79

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