Editoriale cutori, socialdemocratici e repubblicani, che pure hanno qualcosa da dire e sono in grado di poterla dire. In questo senso è improprio parlare di « dialogo »; e in questo senso sembrerebbe che i socialisti siano diventati più accorti di quanto non lo siano stati quando, instaurato un rapporto preferenziale con le sinistre democristiane e assunto un atteggiamento che voleva discriminare i socialdemocratici e prescindere dai repubblicani, hanno compromesso la continuità e la coerenza della politica di centro-sinistra più di quanto già non fossero compromesse da una dissennata politica economica e finanziaria. Infatti, c'è una « strategia dell'attenzione » verso socialde111.ocratici e repubblicani che differenzia l'atteggiamento dei socialisti dopo Genova da quello degli anni trascorsi. Del resto, lungi dal poter criticare i repubblicani ed i socialdemocratici perché consentono ad Andreotti di durare, i socialisti devono rendersi conto che - come scrive, su « La Stampa », Alberto Ronchey - « la forza effettiva di Andreotti è la debolezza politica del PSI, la sua incapacità a concepire una coalizione di centro-sinistra più efficiente e seria di quelle passate ». Se questa incapacità dovesse risultare non correggibile, Andreotti diventerà più forte. Le prossime settimane saranno decisive. 6
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