Regioni e finanziarie regionali sul piano economico e funzionale (oltre che giuridico) il controllo e la direzione della gestione delle costituende finanziarie e possono le finanziarie regionali adempiere ai propri scopi con un capitale di pochi miliardi? I due problemi sono strettamente connessi. La presenza di altri Enti Pubblici nel capitale sociale insieme con la Regione può essere sufficiente ad assicurare che l'attività della finanziaria venga svolta in armonia con le direttive del piano di sviluppo e, sotto questo riguardo, la direzione gestionale della Regione non ci sembra né necessaria né opportuna per gli evidenti pericoli di « politiciz zazione » della gestione. Ma se è vero che è indispensabile costituire una società finanziaria di sviluppo all'altezza degli scopi già indicati e se è vero che il suo capitale deve essere adeguato ai compiti assunti, ci sembra estremamente negativa la previsione di quegli statuti che hanno ancorato alla Regione la finanziaria con evidente pericolo di realizzare uno strumento asfittico e destinato a breve esistenza. Viceversa, più opportunamente a nostro avviso, la maggioranz3 degli statuti sono in materia possibilisti, nel senso che non hanno subordinato la partecipazione della Regione a particolari condizioni, per non creare remore alla costituzione di uno strumento promozionale di vitale . importanza per il progresso regionale. Rispettando questi presupposti, i risultati positivi crediamo che non potranno mancare, malgrado un certo serpeggiante pessimismo ispirato da talune negative esperienze registrate nel settore. Ed infatti, i dati relativi ai risultati conseguiti dalle finanziarie già operanti nelle Regioni a statuto speciale non possono assumersi, a nostro avviso, come base di esame. Tutt'al più, possono servire da termine di confronto negativo: ossia per capire quali errori non si debbano commettere nell'avviare a soluzione positiva il problema d~lle finanziarie regionali di sviluppo. GAETANO RUELLO ed ERNESTO SPARANO 75
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